FOTO24 VIDEO24 2

Dalla Cina arriva il "miele senza api": "Prodotto contraffatto che crea concorrenza sleale"

L'allarme di Cia-Agricoltori Italiani: costa poco più di un euro e viene adulterato e miscelato con quello naturale. L'uomo si sostituisce agli insetti nella realizzazione del processo di maturazione

istockphoto

Il "miele senza api" che arriva dalla Cina invade l'Italia. Per nascondere la contraffazione viene adulterato e miscelato con quello naturale e costa poco più di un euro al chilo contro i quasi 4 di quello italiano. Cia-Agricoltori Italiani lancia così l'allarme: si tratta, infatti, di un falso prodotto difficile da rilevare ai controlli alle frontiere che crea una concorrenza sleale fortemente penalizzante per l'apicoltura italiana

Non conforme alle norme europee - Il miele "cinese" è in sostanza un finto miele creato a tavolino, con l'aggiunta di sciroppo di zucchero e con metodologie di produzione non conformi alle norme europee, dove l'uomo si sostituisce alle api nella realizzazione del processo di maturazione. Lo ha spiegato Cia-Agricoltori Italiani. 

Un prodotto finale non genuino - E' una produzione "artigianale" più rapida ed economica che accelera i processi di deumidificazione e maturazione che le api effettuano con tempi molto più dilatati, che rendono il prodotto finale privo delle sue peculiari caratteristiche di genuinità. Ed è proprio per questo che la flessione produttiva di miele causata dai cambiamenti atmosferici negli ultimi anni, ha toccato tutto il mondo, Italia compresa con -50% nel 2019, ma non quella cinese che, invece, aumenta la capacità di anno in anno. 

Difficoltà di mercato per gli apicoltori italiani - Le esportazioni di miele cinese in Europa a prezzi concorrenziali, fa sapere ancora Cia, sono di circa 80mila tonnellate. Da qui le attuali difficoltà di mercato per i 63mila apicoltori italiani, un comparto che conta 1,5 milione di alveari, 220 mila sciami, 23 mila tonnellate di prodotto e oltre 60 varietà. Le pesanti ricadute della concorrenza del falso miele non riguardano solo la filiera ma tutta l'agricoltura italiana, che dipende al 70% dalle api nella loro funzione di impollinatori. 

Espandi