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Aung San Suu Kyi ritira il premio Sakharov assegnatole nel 1990

Il riconoscimento ricevuto quando la leader birmana era detenuta

Ap/Lapresse

La leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi, ha finalmente potuto ritirare oggi a Strasburgo il premio Sakharov per la libertà di pensiero. Il Parlamento europeo le assegnò l'onorificenza nel 1990, anno in cui venne arrestata all’indomani delle elezioni che aveva stravinto e con le quali sarebbe diventata Primo Ministro. Accolta dagli applausi degli eurodeputati e dal presidente Martin Schulz, ha ricevuto il premio alla memoria del dissidente sovietico Andrej Dmitrievič Sacharov, dedicato a quanti hanno speso la loro vita per la difesa dei diritti umani e delle libertà. Come la giovane pakistana che ha sfidato i talebani, Malala Yousafzai, che l'ha ottenuto quest'anno. “E’ importante che insegniamo ai giovani l’importanza della libertà di pensiero. La libertà di pensiero inizia con il diritto di porre delle domande. E questo diritto, il nostro popolo a Myanmar, non lo ha avuto per cosi’ tanto tempo, che alcuni dei nostri giovani, non sanno nemmeno come si fanno le domande”, ha spiegato Aung San Suu Kyi.
La dissidente birmana ha chiesto all’Europa di fare pressioni sulla giunta militare perché sia modificata la costituzione che, ad oggi, impedisce alle donne di candidarsi alle elezioni presidenziali a cui lei stessa vorrebbe concorrere nel 2015.
"Abbiamo bisogno di istruzioni, di sanita', della liberta' e del diritto di forgiare il nostro destino, di poter decidere cosa sia meglio per noi stessi", ha concluso. Aung San Suu Kyi rimase prigioniera, prima in carcere, poi ai domiciliari, fino al 2010, quando le pressioni internazionali portarono il regime birmano a liberarla. Nel 1991 venne insignita anche del Premio Nobel per la Pace.

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