SULLA LEGGE DI STABILITA'

Senatori Pdl: stop critiche governo"Basta con gli attacchi inutili"

Ventiquattro parlamentari firmano una nota congiunta contro i cosiddetti lealisti. L'ira di Sandro Bondi: vanno stigmatizzati, Schifani intervenga

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"Non è più possibile tollerare la critica distruttiva e permanente" di parte del Pdl "alla legge di Stabilità e all'operato del governo di cui 5 nostri ministri fanno parte e a cui abbiamo riconfermato la fiducia su indicazione dello stesso presidente Berlusconi". Lo affermano in una nota congiunta 24 senatori del Pdl. Uno dei coordinatori del partito, Sandro Bondi commenta: "Alfano e Schifani stigmatizzino il documento dei 24 senatori".

"Non è più possibile - recita ancora il documento - tollerare la critica distruttiva e permanente alla legge di stabilità e all'operato del governo di cui cinque nostri ministri fanno parte e a cui abbiamo riconfermato la fiducia meno di tre settimane fa su indicazione dello stesso presidente Berlusconi - aggiungono - Il confronto nel nostro gruppo e nel nostro partito deve riacquistare correttezza. In caso contrario, i reiterati richiami all'unità suonerebbero come moneta falsa, dietro la quale si cela la volontà di determinare una incompatibilità di fatto".

Duro Bondi: stigmatizzare il documento dei 24 - "Non dubito che il segretario Alfano e il capogruppo Schifani vorranno stigmatizzare la dichiarazione di 24 senatori Pdl, fatto gravissimo in quanto espressione di una corrente organizzata, attraverso cui si pretenderebbe di limitare in modi e toni inusuali il libero e legittimo confronto sulla legge di stabilita". Lo afferma Sandro Bondi.

"La dichiarazione resa pubblica a nome di 24 senatori del Pdl" e' un "fatto già di per se' gravissimo in quanto espressione di una corrente organizzata, attraverso cui si pretenderebbe di limitare in modi e toni inusuali il libero e legittimo confronto apertosi all'interno del nostro partito sulla legge di stabilità", sottolinea in una nota Sandro Bondi, coordinatore del Pdl. "Un confronto che dovrà proseguire in occasione della riunione del gruppo parlamentare e degli organi del partito, in attesa dei quali ogni parlamentare può esprimere liberamente le proprie opinioni come del resto ho fatto anch'io"