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Priebke, diffuso il videotestamento: "Eccidio terribile, ma inevitabile"

"Sapevano che dopo l'aggressione viene la rappresaglia". Ma il suo avvocato assicura: "Si era pentito e vide i parenti delle vittime"

Olycom

"Non è vero che Erich Priebke non si è pentito". Lo ha dichiarato Paolo Giachini, l'avvocato dell'ex ufficiale delle SS deceduto a Roma all'età di 100 anni. "Priebke - ha aggiunto il legale - ha incontrato, in forma privata, i familiari di alcuni caduti delle Fosse Ardeatine". Nella sua intervista-testamento, però, il gerarca nazista, che era stato condannato all'ergastolo per l'eccidio del 1944, non aveva rinnegato il passato. 

E' infatti stato reso pubblico il videotestamento registrato dall'ex gerarca nazista poco prima di morire, e dal filmato sembra che Priebke giustifichi la rappresaglia messa a segno dai suoi nel triste evento delle Forze Ardeatine. Nella prima parte del video si parla dell'attentato di via Rasella del 23 marzo 1944, quando a Roma i partigiani attaccarono un reparto delle truppe tedesche, provocando la morte di 33 soldati nazisti. L'eccidio fu, sostiene Priebke, la rappresaglia dovuta a quell'azione partigiana.

"Sapevano che dopo l'attentato c'è la rappresaglia" - Ecco infatti le parole pronunciate dall'ufficiale nel video: "Il Gap, i comunisti italiani, fecero l'attentato contro una compagnia della polizia tedesca, erano uomini dell'Alto Adige, dunque italiani. Sapevano che dopo l'attentato viene la rappresaglia". Gli artefici dell'aggressione dunque, secondo quanto dice Priebke, sapevano perfettamente quali sarebbero state le conseguenze della loro azione.

"Kesserling (un generale tedesco) aveva messo l'avviso che la rappresaglia seguiva gli attentati - precisa ancora l'ex ufficiale -. Loro fecero ciò a proposito perché pensavano che la rappresaglia poteva provocare una rivoluzione della popolazione".

"Esecuzione terribile, ma inevitabile" - L'ex ufficiale continua nel video: "L'esecuzione fu terribile ma impossibile dire no". E ancora: "Schutz, l'organizzatore della rappresaglia, disse: 'E' un ordine di Hitler, chi non lo vuole fare è meglio si metta dalla parte delle vittime e verrà fucilato'".

Il video testimonia poi un'altra frase di Priebke, questa volta pronunciata in aula, nel processo del 1996: "Come credente non ho mai dimenticato questo tragico fatto. Per me l'ordine di partecipare all'azione fu una grande tragedia intima. Penso ai morti con venerazione e mi sento unito ai vivi nel loro dolore".

Smentisce qualsiasi incontro con i parenti dell'ex SS Giulia Spizzichino, un'ebrea di 86 anni, la cui famiglia fu sterminata tra Auschwitz e le Fosse Ardeatine. "Giammai nella vita - dice -. Non è mai successo. E' una balla grossa quanto una casa! Priebke mi ha rovinato la vita. Semmai potrei perdonarlo io per quello che ha fatto a me. Ma non sono autorizzata a farlo anche per loro".

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