Sono 120 anni che l’Hurtigruten (www.hurtigruten.com), anche noto come il Postale dei Fiordi, percorre la tratta della costa norvegese. Da quando a fine Ottocento l’ammiraglio Richard With fu incaricato di realizzare mappe dettagliate delle coste a nord di Trondheim, caratterizzate da migliaia di scogli, isole, fiordi e stretti canali che rendevano il tragitto verso il nord impraticabile. Fu lui a tracciare e a percorrere per primo quella hurtig-ruten, “rotta veloce” che si rivelò, permettendo collegamenti costanti, una vera e propria rivoluzione per la popolazione, la comunicazione e l’economia costiera.
Tutti i giorni, oggi, le 12 navi della flotta Hurtigruten solcano le acque atlantiche della Norvegia collegando regolarmente Bergen a Kirkenes, al confine con la Russia. Il percorso di oltre 4 mila chilometri prevede 11 giorni di navigazione, viaggiando ad una velocità di 16 nodi e toccando 34 porti: questi i numeri di quella che è considerata la crociera più bella del mondo. Merito dei fiordi, incredibile connubio di mare e alte montagne a picco, ma anche dagli influssi miti della Corrente del Golfo che impediscono al ghiaccio di penetrare nei porti e all’interno delle coste, rendendo possibile la navigazione in tutti i mesi dell’anno.
La partenza di ogni viaggio verso il “grande freddo” è da Bergen, città che appartiene al mare. Importante porto commerciale della Lega Anseatica, è caratterizzata dall’antico quartiere di Bryggen (tutelato dall’Unesco come patrimonio storico dell’umanità), nelle cui vicinanze si svolge tutti i giorni un animato mercato del pesce. Pochi sanno però che Bergen, oltre ad essere un punto fondamentale delle rotte tradizionali del Mare del Nord, è anche il luogo di arrivo della ferrovia transiberiana che da Vladivostok, via S. Pietroburgo, Stoccolma e Oslo, si tramuta in Bergensbane e, dopo aver superato imponenti montagne, termina qui il suo corso.
E se Ålesund, cittadina ricostruita a inizio Novecento in stile art nouveau, è la sosta ideale prima di raggiungere lo Hjørundfiord, è qui che merita trascorrere il tempo necessario per ascoltare i ritmi della natura. Il silenzio, la quiete, una natura incontaminata che in autunno regala pennellate di colori caldi, il piccolo villaggio di Urke e l’Hotel Union Øye (www.unionoye.no) che vanta ospiti del calibro di Karen Blixen, Sir Arthur Conan Doyle o Henrik Ibsen, regalano attimi di vita senza tempo. Sulla rotta verso nord è Trondheim a colpire per la maestosità di alcuni edifici come la cattedrale di Nidaros dedicata al re vichingo Olav Trygvasson che, secondo la leggenda, non solo fondò la città nel 997, ma introdusse anche il cristianesimo in Norvegia. Ma non sono solo i luoghi ad arricchire l’esperienza sull’Hurtigruten. Navigando per giorni ci si accorge che è il mare l’indiscusso protagonista di questo viaggio, con i suoi contrasti, il suo costante movimento, la luce che riflette e quella che regala, gli scorci ineguagliabili dei fari che fanno capolino tra le sue onde, come quello ottagonale di Kjeungskjaer, tra i più suggestivi dell’intero percorso.
Ed è sempre il mare a donare l’emozione di superare il Circolo Polare Artico, ogni giorno, alle prime luci dell’alba. Il cerchio invisibile intorno al globo terreste si trova a 66° 33’ a nord ed è simbolicamente rappresentato da un mappamondo, salutato al passaggio della nave, situato sull’isoletta di Vikingen. Da qui in poi, dal mese di settembre e fino metà aprile, è possibile vedere l’Aurora Boreale, fenomeno tipico delle zone polari: un fascio di luce originato dall’ingresso nell’atmosfera di particelle solari con cariche elettriche ricche di energia che generano scie di gas fosforescente che vanno dal verde al rosso. Ma a questa latitudine, lungo la rotta, si incontrano anche le isole Lofoten, conosciute come l’arcipelago del Merluzzo, dove vive una grande comunità di pescatori che esporta la maggior parte dello stoccafisso pescato proprio in Italia. Poco lontano, sulla costa, si trova Tromsø, la più grande città della Norvegia settentrionale conosciuta come la capitale artica. Questo, fin da inizio Novecento, è stato il punto di partenza dei viaggi esplorativi più estremi come testimoniano il centro informativo Polaria e il museo delle spedizioni polari.
E per continuare l'esplorazione del Grande Nord, guarda il video tratto dall'archivio di Donnavventura