'Ndrangheta al nord

Sedriano, il primo comune lombardo sciolto per infiltrazioni mafiose

L'ormai ex sindaco, Alfredo Celeste (Pdl) indagato per corruzione aggravata insieme al presunto boss Eugenio Costantino

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Il comune di Sedriano (MI) è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. È la prima volta che accade in Lombardia. L’ormai ex sindaco, Alfredo Celeste (Pdl), è accusato di corruzione insieme al medico Marco Scalambra e al presunto boss Eugenio Costantino. È inoltre imputato per corruzione aggravata con l’ex assessore regionale Domenico Zambetti, in carcere dall’ottobre 2012 per voto di scambio con la ‘ndrangheta.

La decisione è stata presa ieri dal Consiglio dei Ministri, “al fine di consentire le operazioni di risanamento delle istituzioni locali, nelle quali sono state riscontrate forme di condizionamento della vita amministrativa da parte della criminalità organizzata”. Il procedimento è in fase di udienza preliminare davanti al Gup di Milano Andrea Ghinetti, e la prossima udienza si terrà il 23 ottobre.

Celeste non si è mai dimesso dall’incarico di sindaco, nonostante le richieste arrivate dalle opposizioni dopo la sua condanna agli arresti domiciliari (per tre mesi). Riguardo ai rapporti con Costantino e Scalambra, secondo l’imputazione il primo cittadino avrebbe promesso ai due di “compiere una pluralità di atti contrari ai suoi doveri di ufficio”, come “corrispettivo del sostegno elettorale e finanziario ricevuto dagli stessi in occasione delle consultazioni elettorali del 2009”. In cambio Costantino e Scalambra avrebbero garantito un appoggio “futuro” alle “successive elezioni politiche nazionali”. In particolare, il presunto boss Costantino avrebbe ottenuto da Celeste una raccomandazione per aprire un “bar-gelateria” in un centro commerciale del comune, mentre sua figlia Teresa, assunta all’Aler su raccomandazione di Zambetti, era stata eletta come consigliere comunale a Sedriano. Al sindaco viene quindi contestata anche l’aggravante di aver favorito la ‘ndrangheta.

La Fp CGIL è intervenuta commentando: “le cosche calabresi offrono pacchetti consistenti di voti nelle elezioni amministrative a politici che poi ricompensano con percorsi preferenziali nelle aggiudicazioni di appalti. L’offerta dei voti ai politici di lungo corso, come il sindaco Celeste, passa pure attraverso l’elezione diretta di propri congiunti ai banchi istituzionali. Alle cosche è appaltata direttamente la gestione del territorio. […] Ancora una volta la Lombardia si rivela ‘terra di Calabria’. Ancora una volta i soldi pubblici sono usati per affari privati e per foraggiare la criminalità organizzata”.

“Per i cittadini di Sedriano - ha dichiarato Laura Garavini, deputata del Pd e componente della commissione Antimafia – questo periodo di gestione commissariale sarà un’importante occasione per far rinascere la legalità e rilanciare il loro paese. Lo scioglimento arriva, purtroppo, quando una parte della politica preferisce dar finta di niente, sceglie di non vedere cosa stava succedendo in quel comune. Fortunatamente così non ha fatto la Prefettura di Milano che, finalmente, ha cambiato la sua impostazione e ha scelto di rendere pienamente evidenti i rischi che corre un territorio se non contrasta le mafie o, addirittura, preferisce sostenere che la mafia non esiste”.