Non è facile pensare all’Inter senza Moratti. E se devo dirla tutta io ci spero ancora che l’Inter non farà a meno del Presidente. Massimo Moratti in tutti questi anni ha incarnato il vero tifoso nerazzurro. E non poteva che essere così, lui che ha respirato l’aria della grande Inter, e che l’ha rifatta, a modo suo, caparbio, generoso, innamorato. L’abbiamo visto sul campo della Pinetina, sempre presente a dare i suoi consigli garbati, a stringere mani, a tirare calci al pallone. Abbiamo colto i suoi gesti dalla tribuna d’onore del Meazza, la stizza per un gol mancato, la rabbia (anche platealmente gestuale) per una decisione arbitrale così così, la gioia incontenibile per le vittorie, l’amarezza per le sconfitte, a fianco il figlio Angelo e la moglie Milly, mai senza la sciarpa al collo con i colori tanto amati. Abbiamo ascoltato le sue parole colte quasi sempre all’uscita della Saras o nel parcheggio di San Siro. E da come si tormentava il lobo dell’orecchio potevi capire il suo umore. Non dissimula nulla, Massimo Moratti, quando si parla dell’Inter, il sentimento traspare sempre.
Sue le decisioni più controverse, che hanno portato all’Inter veri brocchi, e le intuizioni più geniali, le mosse che hanno creato quella macchina perfetta guidata da Mourinho. Abbiamo vissuto con lui memorabili imbarcate, partite inguardabili accanto a gioie immense, e vederlo stringere le mani dei giocatori sugli spalti del Bernabeu prima della consegna della Champions è stata la più bella. Quello che ha fatto per l’Inter lo ha fatto per passione, e il gesto d’amore più grande lo ha fatto oggi, quando ha consegnato la Beneamata in mani indonesiane. Siamo sicuri che lo ha fatto con la morte nel cuore e un magone così, come quello che ha preso tutto il popolo nerazzurro. E anche per questo diciamo Grazie Presidente. Sarà sempre l’unico per noi.