Da star a senzatetto. È la storia di Maurizio Schillaci, 51 anni, cugino del più noto (e bianconero) Totò, entrambi calciatori. Maurizio, attaccante di razza, ha giocato nella Lazio negli anni Ottanta. Dopo il successo, a causa degli infortuni inizia la parabola discendente. Conosce la droga e la depressione. Oggi vive e dorme per strada a Palermo con altri senzatetto, racimolando qualcosa spicciolo per comprarsi le sigarette.
"Sono passato dalle stelle alle stalle - racconta a Siciliainformazione.com - . Le mie stagioni migliori le ho vissute in B con Zeman. Segnavo gol a ripetizione. Poi è arrivata la Lazio. È stato il mio periodo di grazia. Vivevo nel lusso, ho cambiato 38 auto, ho giocato nello stadio dei sogni, l'Olimpico. Contratto da 500 milioni per 4 anni".
La parabola discendente - Quando iniziano i primi infortuni, comincia anche la parabola discendente. Va in prestito al Messina, dove incontra il cugino Totò. Dopo l'esperienza siciliana, a 33 anni gioca nella Juve Stabia. "Qui conosco la droga. La cocaina, poi l’eroina. Nel frattempo divorzio da mia moglie", racconta ancora.
Vita in strada - "Non riesco a trovare lavoro, dormo nei treni fermi alla stazione. Ci sono altre persone con me, siamo un gruppo di 20 barboni. Passo le giornate pensando a racimolare qualcosa per mangiare e comprarmi le sigarette".
"Più forte di Totò Schillaci" - "Tutti dicevano che ero più forte di lui – ricorda Maurizio - può essere. Di sicuro io non ho avuto la sua fortuna".