Sono circa 200mila gli italiani costretti ad abbandonare il lavoro (o che non lo trovano più) a causa di malattie reumatiche invalidanti. L'allarme arriva dal convegno di Fit for Work Italia, un progetto che mira ad aumentare la corretta gestione delle patologie muscolo-scheletriche, per ridurne i costi diretti e indiretti.
Open day negli ambulatori - Nella giornata nazionale che del 12 ottobre ci saranno visite gratuite a Roma (a Piazza San Silvestro) e 5 giorni di ambulatori aperti in tutte le regioni (14-18 ottobre, Numero verde 800-91-06-25).
Un prezzo da pagare - I costi sono in crescita esponenziale: per le sole tre principali patologie (artrite reumatoide, artrite psoriasica o spondilite anchilosante), nell'arco di cinque anni dalla diagnosi in quattro casi su dieci i malati perdono il lavoro.
Senza contare i costi sociali complessivi che arrivano a 4 miliardi di euro, l'equivalente dell'Imu sulla prima casa, tra calo di produttività e 23 milioni di giorni di lavoro persi ogni anno (oltre 2,8 miliardi), cui si aggiungono disoccupazione, costo delle terapie, assegni di inabilità e invalidità (4mila nuove richieste l'anno, meno solo di quelle per malattie cardiocircolatorie e tumori).
Giovanni Minisola, primario di Reumatologia del San Camillo di Roma spiega: "La maggioranza dei pazienti è in piena età lavorativa, fra i 35 e i 55 anni. Le malattie reumatiche sono la prima causa di assenze dal lavoro e di invalidità per malattie cronico-degenerative. La causa della metà delle assenze superiori ai tre giorni, del 60% dei casi di inabilità al lavoro e di più del 25% delle pensioni di invalidità erogate dallo Stato".
Peraltro, spiega Minisola, basterebbe poter impiegare i farmaci biologici per risparmiare "Un miliardo di costi legati alla perdita di produttività".