La bioraffineria inaugurata a Crescentino (Vercelli) è in grado di produrre 75 mila tonnellate all'anno di bioetanolo con gli scarti delle produzioni agricole, paglia di riso e frumento, e canna dei fossi. Produce carburanti verdi, ma che non sottraggono terreni alle coltivazioni agricole per uso alimentare, come succede, invece, per il bioetanolo da mais, canna da zucchero ed altre produzioni vegetali.
Domanda in crescita - A spiegare l'innovazione è stato Guido Ghisolfi, ad di Beta Renowables, che ha detto: "Si calcola che nel 2022 la domanda mondiale di carburanti ottenuti da biomasse si attesterà sul 6-7% del totale. Serviranno quindi 2.400 impianti come quelli di Crescentino".
La bioraffineria "prima al mondo" per produzione di biocarburanti di seconda generazione occupa una superficie di 15 ettari, darà occupazione diretta a un centinaio di persone, e 200-300 nell'indotto.
Zero scarti industriali - L'aspetto rivoluzionario deriva dalla piattaforma tecnologica impiegata per ottenere bioetanolo, che utilizza gli zuccheri presenti nelle biomasse lignocellulosiche per ottenere alcol, carburanti ed altri prodotti chimici. L'impianto di Crescentino "non produce reflui derivanti dalla produzione industriale e assicura un riciclo dell'acqua del 100%". La Regione Piemonte ha investito 3 milioni di euro per il progetto che ha portato alla costruzione della bioraffineria.