Sulle colline del Monferrato, nella zona piemontese dell’Astigiano, c'è un maniero davvero… da brivido: nel Castello di Camino si aggira infatti il fantasma di un nobile cavaliere decapitato, si tratta di Scarampo Scarampi, che a quanto pare ancora oggi vaga senza sosta nelle sale reggendo tra le mani la propria testa, persa dopo essere stato decollato.
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La leggenda vuole che, nell’anno 1494, il conte Scarampo Scarampi, feudatario del Marchese del Monferrato, fosse accusato di tradimento: dopo un lungo assedio al suo castello, egli venne infine catturato dalle milizie di Costantino Aranite Comneno, .governatore di Casale. Scarampo Scarampi fu imprigionato e decapitato senza troppi complimenti. A quel punto la sua sposa, la signora Camilla Scarampa, venuta a conoscenza della triste sorte del marito, morì dal dispiacere. La dama, che amava il suo sposo tanto quanto la sua vita, non appena fu informata dei fatti, si inginocchiò e pregò Dio affinché che perdonasse i suoi peccati e perché le desse la morte. La sua preghiera fu esaudita: la nobildonna, subito cadde a terra senza vita, tra lo sgomento dei suoi cortigiani.
Secondo altri, però, la donna, sperata e senza più alcuna voglia di vivere, si buttò dalla torre del Castello, alta ben 44 metri: pare che lassù si veda ancora di tanto in tanto il suo fantasma. La leggenda più accreditata, però, vuole che gli spettri dei due sposi vaghino insieme sulle torri merlate del castello: al di là della leggenda, a tutt'oggi esiste, in un cortiletto interno del maniero, il sarcofago mortuario del nobile Scarampo, raffigurato mentre riposa e tiene il capo con la mano sinistra.
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Le origini del Castello di Camino risalgono attorno all'anno Mlle, quando il maniero fu edificato per ragioni difensive; è stato poi utilizzato sino alla fine del 1800. E' tutt'ora uno dei più bei castelli in Italia sia per l'architettura, sia per l'ottimo stato di conservazione. Di proprietà dei vescovi di Asti fino al 1300 passò poi di mano, sotto il controllo dei marchesi di Monferrato.
Nel 1323 Teodoro Paleologo, gravemente indebitato e bisognoso di denaro, concesse l'investitura e la proprietà del Castello di Camino ai fratelli Tommaso e Francesco Scarampi, banchieri e mercanti di Asti. Tra la fine del Seicento e i primi del Settecento, quando venne meno l'importanza militare della fortezza, nel Castello di Camino si ingentilì: fu aperto il grande scalone e si realizzò uno splendido salone, decorato a finte architetture e composizioni floreali aperto a sud su balcone in pietra, di gusto barocco. Qui sono presenti stucchi che incorniciano i ventidue dipinti a olio realizzati da Domenico Guala dedicati ad altrettanti membri della famiglia Scarampi. Tra la fine dell'800 e i primi del '900 il castello fu nuovamente oggetto di interventi, che riguardarono la decorazione e l'arredo interno improntandolo allo stile neogotico. La cappella, molto antica, venne ridotta e ridecorata.
Il castello rimase di proprietà della famiglia Scarampi di Villanova fino al 1950. Ferdinando Scarampi ristrutturò la parte più antica del castello, creando la sala da pranzo in stile neo-gotico, la biblioteca, ed infine il teatro. Molti gli ospiti illustri del castello monferrino tra cui Don Bosco, il Re Vittorio Emanuele III durante le grandi manovre del 1911, e Benito Mussolini nel 1928, anno in cui diede ordine di realizzare l’Acquedotto del Monferrato.
Oggi il castello, dalla cui torre quadrangolare si gode uno splendido panorama sul Monferrato e sulla valle del Po, fino alla cerchia delle Alpi, è visitabile previa autorizzazione della famiglia proprietaria. Alla struttura è stata aggiunta anche una piscina: al termine della visita non si può perdere una passeggiata nel bellissimo giardino, che fa parte del Parco Naturale del Po.
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