Il prezzo del sogno costa 2mila dollari. E' quanto pagano gli immigrati per tentare di arrivare in Italia. Ma gli scenari negli ultimi anni sono cambiati. I porti di partenza sono sempre in Libia, ma ai poliziotti corrotti si sono sostituiti gli ex miliziani del regime Gheddafi, uomini senza scrupoli. I trafficanti "pescano" la loro merce nei campi rifugiati in Sudan o Kenya. La maggior parte viene dall'Eritrea, ma aumentano i siriani.
Da dove vengono - Nelle ultime due settimane sono giunti via mare ben 5.583 migranti, di cui 3.807 uomini, 703 donne e 1.073 minori. Gli sbarchi sono stati 45, di cui 36 in Sicilia, 5 in Calabria, 3 in Puglia, 1 in Sardegna. In particolare a Lampedusa si sono verificati 13 sbarchi e sono giunti 1.998 persone (di cui 1.274 uomini, 274 donne e 450 minori). Tra le nazionalità dichiarate dagli immigrati al momento dello sbarco, i più numerosi sono i siriani (2.075); seguono eritrei (1.280); palestinesi (428); somali (317).
Gli ex di Gheddafi - Sulle coste libiche ormai non c'è nessuno che possa sorvegliare. La polizia non vuole o non può far nulla contro le bande, la maggior parte formate da soldati o miliziani dell'ex dittatore. In questo deserto vero e metaforico di controlli, a regnare sono le organizzazioni criminali. Fanno partire grossi pescherecci dalla Tunisia. Il trasferimento degli immigrati, ammassati per giorni in depositi o sulle spiagge libiche senza sapere neanche dove sono o dove andranno, avviene spesso con piccole barche in alto mare , dove il rischio naufragio rimane altissimo. Le rotte più battute, dopo la quasi chiusura di quella che passava dalla Turchia alla Grecia e della via spagnola, rimane sempre quella che porta in Sicilia o in Calabria.
I bacini di reclutamento - La massa di immigrati, osservano gli esperti, viene dal Kenya o dal Sudan, dove si trovano decine di campi profughi. Qui i mercanti di morte reclutano i propri clienti, avvicinandosi ai rifugiati e promettendo la libertà in cambio di soldi. Altro fronte caldo, è l'area della Tripolitania in Libia, meta dei profughi siriani, un numero sempre più in ascesa a causa della guerra civile a Damasco. Resta comunque l'Eritrea il Paese dove avviene il maggior esodo. L'ex colonia italiana dal 1993 è sotto dittatura, che stritola la vita dei cittadini. Il servizio militare dura anni, l'opposizione è duramente perseguitata così come i giornalisti: chi può, cerca la fuga da un vero e proprio inferno. I mercanti di schiavi seguono le logiche del mercato: il numero di richieste è così alto che ormai si tenta di attraversare il mare anche con il maltempo in condizioni non favorevoli.