Strage di Piazza Fontana, un anno dopo archiviata l'ultima inchiesta
Nell'indagine anche l'ipotesi della "doppia bomba". Nell'esplosione morirono 17 persone e altre 88 rimasero ferite
E' stata archiviata dal gip di Milano Fabrizio D'Arcangelo l'ultima inchiesta sulla strage di Piazza Fontana, come riferisce una fonte giudiziaria. La domanda di archiviazione era stata avanzata dai pm Maurizio Romanelli e Grazia Pradella. La nuova inchiesta conteneva alcuni spunti nuovi sulla tragedia di 44 anni fa, in cui morirono 17 persone: tra gli altri, l'ipotesi della doppia bomba, sollevata dal giornalista Paolo Cucchiarelli.
Alla richiesta di archiviazione della nuova indagine si era opposto l'avvocato di alcune delle vittime, Federico Sinicato. La domanda era stata presentata dai pubblici ministeri un anno fa e il gip si era riservato di decidere al riguardo, dopo aver fissato un'apposita udeienza. La tesi della "doppia bomba" viene esposta da Cucchiarelli nel suo libro intitolato "Il segreto di Piazza Fontana".
A chiedere l'archiviazione era stato, nell'aprile del 2012, l'allora procuratore aggiunto Armando Spataro e il pm Pradella dopo che, per due anni, avevano "esplorato" i quattro nuovi spunti proposti, tra cui appunto quelo della "doppia bomba", a cui Marco Tullio Giordana si era ispirato nel film "Romanzo di una strage".
Gli altri spunti erano stati indicati sia dalle indagini sfociate in un rapporto investigativo inoltrato alla Procura di Brescia dal tenente colonnello dei carabinieri Massimo Giraudo sia dall'avvocato Sinicato. Il legale aveva sollecitato approfondimenti sul ruolo di Ivano Toniolo, Ivan Biondo e Marco Balzarini del gruppo Freda in relazione agli otto attentati ai treni commessi nell'agosto '69 e che hanno preceduto la strage. Inoltre aveva chiesto di identificare una persona "di giovane età, amico di Rognoni, figlio di un direttore di banca" e che avrebbe avuto rapporti con l'ex estremista nero, esperto di timer e inneschi, Massimiliano Facchini.
Ora il giudice ha deciso invece di mettere la parola fine anche a questa nuova indagine avviata dopo che la Cassazione, nel 2005, aveva confermato l'assoluzione di Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni, il trio ordinovista condannato in primo grado all'ergastolo.
44 anni fa la strage - Erano le 16,37 del 12 dicembre 1969 quando una bomba scoppiò nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura, uccidendo 17 persone e ferendone 88. Una seconda bomba venne poi trovata, inesplosa, nella sede milanese della Banca Commerciale Italiana, in piazza Scala. Una terza bomba esplose a Roma lo stesso giorno, poco dopo, alle 16,55, nel sottopassaggio tra l'ingresso di via Veneto della Banca Nazionale del Lavoro e quella di via San Basilio, provocando 13 feriti.
Altri 4 feriti in altre due esplosioni, sempre a Roma, davanti all'Altare della Patria e al Museo centrale del Risorgimento. Cinque attentati terroristici avvennero quel maledetto 12 dicembre in pochi minuti, il più grave dei quali proprio nella piccola piazza dietro il Duomo di Milano. Un attentato che divenne il simbolo più tragico della strategia della tensione degli anni tra i Sessanta e i Settanta.
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