"Riunire tutti i nuotatori in acque libere d’Italia, dal livello più alto a quello dei principianti, in una prima e unica grande gara simbolica del 2020 a cui poter partecipare, nuotando nel proprio ambiente quotidiano: lago, mare e anche piscina". Questo è "All you need is swim: il nuoto unisce l'Italia", concepito in periodo di lockdown per coronavirus. A parlarne a Tgcom24 è Marcello Amirante, presidente della Asd I Glaciali, organizzatrice di Italian Open Water Tour Challenge: "Sport, turismo e beneficenza in un unico evento".
Come è nata l'idea di queste nuotate agonistiche in solitaria per scalare una classifica virtuale?
"Nella pandemia, il nuoto in assoluto è stato lo sport più penalizzato. Si poteva correre, si poteva fare ginnastica in casa, ma per chi nuota la vasca del bagno non basta né ci si può accontentare delle docce. Scherzi a parte, la comunità dei nuotatori in acque libere e in piscina ha sofferto molto e c'è chi organizzava l'allenamento nella piscina gonfiabile 4x4 in giardino mettendo mollettoni al costume per creare resistenza... Allora abbiamo deciso di indire una competizione virtuale nell'ambito dell'Italian Open Water Tour, avendo dovuto cancellare, in questa quinta edizione, tutte le tappe reali fino ad agosto".
Che riscontro avete avuto?
"Dall’annuncio di questa prima grande gara senza confini con l’intento di stringere i nuotatori di tutta Italia in un unica grande bracciata, per creare un filo invisibile ma fortissimo tra tutte le spiagge degli oltre 7.000 chilometri di costa e gli oltre 1.500 bacini lacustri della penisola, la All You Need is Swim ha raccolto l'adesione di un centinaio di società sportive e di atleti e appassionati da tutto il mondo. In una settimana abbiamo ricevuto oltre 10mila contatti alla nostra pagina evento di un non evento sportivo. Ma gruppi di nuotatori si sono organizzati per dare un volto al proprio luogo di allenamento abituale e unirlo a tutti gli altri in questa manifestazione che, nel nostro sport, è la prima mai realizzata. Da sottolineare, però, che il primo invio è arrivato da un francese che vive in Australia e che ha partecipato nuotando nella baia di Melboune".
E' una competizione virtuale aperta a tutti?
"Sì, la gara virtuale è aperta a chi nuota per passione e agli atleti italiani e internazionali. Tra i campioni hanno aderito i grandi nomi di questa disciplina come Martina Grimaldi, Alisia Tettamanzi, Simone Ruffini ed Edoardo Stochino. Loro stessi hanno messo in palio i loro cimeli che il 5 luglio verranno consegnati ai migliori classificati. L'invito è ancora valido ed è quello di iscriversi inviandoci entro il 28 giugno tempi e distanza percorsi a nuoto e la foto della località dove ci si è misurati".
L'obiettivo?
"Far sentire la voce e il bisogno del nostro sport che necessita di quelle organizzazioni e manifestazioni, migliaia ogni anno in tutta Italia, che garantiscono tanto la salute quanto turismo e visibilità a località uniche nel mondo”.
L'idea è anche di unire il turismo allo sport?
"Se solo pensiamo che sul lago di Monate, in provincia di Varese, specchio d'acqua pulitissimo ma sconosciuto ai più, abbiamo portato per l'edizione del 2019 oltre 800 partecipanti anche dall'estero, possiamo solo immaginare quanto l'indotto turistico stia soffrendo per la cancellazione del nostro Tour e per tutte le gare sportive. Ma qui non uniamo solo sport e turismo".
E cos'altro?
"L’evento nasce con la volontà di sostenere l’Istituto Tethys Onlus, organizzazione senza fini di lucro specializzata nella ricerca sui cetacei del Mediterraneo e ora impegnata nello studio di Codamozza. E siamo in sinergia con Let’s do It! Italy, associazione di tutela ambientale che coordina il World Cleanup Day in Italia, e i donatori dell'Avis. Insomma, il nostro è un progetto per vivere l'acqua a tutto tondo".
Dopo il virtuale, ci sarà il reale?
“Certamente. Abbiamo ricollocato le prime due tappe (Maccagno al 9 agosto e Monate al 30 agosto) e siamo pronti a ripartire con tutte e cinque le nostre date, avendo anche aggiunto la novità di Peschiera del Garda, ben consapevoli che saranno gare differenti sia per le regole sanitarie sul distanziamento sia per tutti gli aspetti organizzativi che solitamente mettiamo a punto in sei mesi".