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Scuola a settembre, vicino l'accordo su linee guida del ministero | Ma in 60 città scattano i sit-in di protesta

I governatori: "Servono maggiori risorse economiche". Azzolina chiede un miliardo in più in Cdm. Conte: "Dateci ancora un po' tempo"

"Priorità alla scuola" organizza i sit-in di protesta in 60 città

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L'accordo sulle Linee guida per la riapertura delle scuole a settembre è ad un passo. Le ultime limature sul documento presentato dal ministero dell'Istruzione sono arrivate al termine di un lungo lavoro notturno, ma serviranno ulteriori 24 ore per un approfondimento. E se da un lato le Regioni chiedono maggiori risorse economiche, dall'altro Giuseppe Conte chiede un "po' di tempo". Intanto in 60 città sono stati organizzati sit-in di protesta per chiedere la riapertura "in presenza" delle scuole".

Conte: "Dateci ancora un po' di tempo" - La Conferenza Stato-Regioni prevista per giovedì è stata fatta slittare di 24 ore per gli ultimi dettagli. Restano da sciogliere i nodi legati a risorse, personale e trasporti. Elementi evidenziati sia dalle Regioni che da Comuni e Province. "Stiamo lavorando tutti i giorni per consentire di ritornare in sicurezza a scuola a settembre, dateci ancora un po' di tempo", le parole del premier Giuseppe Conte, al termine di una giornata che sembrava destinata a concludersi con una fumata nera e che, invece, pare dirigersi verso un accordo.

Azzolina chiede un miliardo in più per la scuola Nel Cdm del pomeriggio il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, avrebbe chiesto un miliardo in più per la scuola, da destinare alla creazione di spazi aggiuntivi e al potenziamento dell'organizo. Richiesta che, pare, avrebbe raccolto il sostegno della maggioranza dei ministri presenti.

Bonaccini: "L'accordo è vicino" - A stemperare la tensione ci ha pensato lo stesso presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, che aveva inizialmente definito "irricevibile" il Piano proposto dal governo, salvo poi spiegare di essere "ad un passo dalla condivisione delle linee guida". "Un testo - ha aggiunto - che già oggi grazie al contributo propositivo delle Regioni e alla collaborazione istituzionale con il ministero risulta nettamente migliorato rispetto alle prime bozze".

Servono maggiori risorse - Gli Enti Locali chiedono in particolare ulteriori risorse - oltre quelle previste per l'edilizia scolastica -, più docenti e personale Ata e una maggiore attenzione al tema trasporti "guardando sia al lato economico che a quello organizzativo", come ha spiegato lo stesso Bonaccini. Senza risposte e impegni su questi temi, hanno sottolineato Anci e Upi, "non potremo dare intesa sul Piano scuola". La notizia del miliardo in più sulla scuola, ha poi aggiunto, "va nella direzione giusta". 

La riapertura il 14 settembre è un punto fermo -  Al momento non sembra, invece, in discussione la data di riapertura delle scuole che, secondo quanto si apprende, dovrebbe essere confermata per il 14 settembre. Restano da ufficializzare anche le indicazioni sul distanziamento che, stando ad una nota di Anci e Upi, dovrebbe restare di un metro. "Apprezziamo la conferma dell'indicazione della misura di distanziamento fisico indicata - si legge nella nota - che prevede un metro tra le 'rime buccali' degli alunni che contribuirà alla migliore riorganizzazione all'interno delle classi e degli spazi scolastici". 

Ma in 60 città è scattata la protesta di insegnanti e genitori - La situazione di stallo e le bozze circolate nei giorni scorsi hanno comunque scatenato la polemica non solo politica ma anche sindacale. In 60 piazze italiane sono state organizzate manifestazioni di protesta per chiedere la riapertura delle scuole in presenza per tutti gli studenti senza riduzione di orario. Alla mobilitazione, indetta dal comitato "Priorità alla scuola", hanno aderito più di 40 organizzazioni tra sindacati, associazioni di docenti, di genitori e di studenti. 

L'opposizione all'attacco del ministro Azzolina - Per ActionAid il Piano del ministero rischia di aumentare le diseguaglianze tra gli studenti mentre Cambiamo! chiede un passo indietro della ministra Lucia Azzolina. E sulla titolare dell'Istruzione si abbatte anche la tempesta politica, guidata dall'opposizione. Giorgia Meloni l'accusa di aver scaricato le scelte sui presidi, mentre da Forza Italia Licia Ronzulli chiede le dimissioni del "ministro a sua insaputa". Il Movimento 5 Stelle difende il ministro e accusa il leader della Lega Matteo Salvini, in protesta davanti al Miur, di diffondere fake news. I suoi, si legge in una nota, sono "solo attacchi fini a se stessi che vanno contro ogni monito finalizzato alla tutela della salute e alle indicazioni che forniscono le autorità sanitarie". 
 

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