Inquinamento del mare, Ue: "Insufficiente l'applicazione della direttiva"
La Commissione avvier� una revisione della direttiva quadro sulla strategia per vedere cosa ha funzionato e cosa no e agire sulle carenze individuate
L'applicazione della direttiva quadro Ue sul mare del 2008 "è stata insufficiente e richiede ancora sforzi sostanziali". Questa la conclusione a cui è giunto il primo rapporto della Commissione europea sulle norme quadro dell'Ue per la protezione dell'ambiente marino. "Nonostante i progressi ottenuti - si legge - la cornice normativa va potenziata per affrontare pesca eccessiva e inquinamento da materiali come plastica e sostanze chimiche".
"Prendo atto con rammarico - spiega il commissario Ue competente Virginijus Sinkevicius - che gli Stati membri dell'Ue non raggiungeranno il buono stato ambientale di tutte le acque marine, che era un obbligo legale entro il 2020. La Commissione avvierà una revisione della direttiva quadro sulla strategia marina per vedere cosa ha funzionato e cosa no e agire sulle carenze individuate".
"Non raggiunti gli obiettivi del 2020" Secondo il rapporto dell'Aea, l'Agenzia europea per l'ambiente, l'ecosistema del Mediterraneo è tra i più ricchi al mondo, con 17mila specie, ma solo il 6,1% dei suoi stock ittici è pescato in modo sostenibile e solo il 12,7% della sua area non riscontra problemi di inquinamento. Tutti i mari che bagnano il continente siano generalmente in cattivo stato. Nonostante i progressi compiuti, prosegue Aea, è improbabile che i Paesi raggiungano l'obiettivo di "buono stato ambientale" di tutte le acque entro il 2020, come indicato dalla direttiva quadro Ue.
La situazione nei diversi mari Non siamo ancora al "punto di non ritorno", sottolinea il rapporto di Aea, e la situazione potrebbe migliorare applicando pienamente le politiche ambientali che già ci sono e investendo in conoscenza e cooperazione tra Paesi. La copertura dei dati è generalmente buona nell'Oceano Atlantico nord-orientale e nel Mar Baltico, ma vi sono margini di miglioramento nel Mar Nero e nel Mar Mediterraneo.
Per quanto riguarda la situazione degli stock, quelli del Mediterraneo sono generalmente sovrasfruttati, ma il caso del tonno rosso mostra che la regolamentazione funziona, con gli stock che dovrebbero raggiungere livelli di sostenibilità soddisfacenti nel 2022. Adriatico, Golfo di Biscaglia e il Mar del Nord si confermano le aree e i mari dove la pressione delle attività umane è particolarmente forte.
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