'ndrangheta, blitz a Reggio Calabria: 21 arresti, tra loro il compagno di Silvia Provvedi
Nell'operazione Malefix in manette Giorgetto, facente parte della nota cosca dei De Stefano. Gli inquirenti hanno scoperto un tentativo di scissione delle famiglie reggenti a Reggio Calabria che stava per sfociare in una guerra
Vasta operazione della polizia di Stato, coordinata dalla Dia di Reggio Calabria: 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti dei capi storici, elementi di vertice, luogotenenti e affiliati alle cosche della 'ndrangheta De stefano-Tegano e Libri, attive nella città di Reggio Calabria. Tra gli arrestati anche Giorgetto De Stefano, attuale compagno di Silvia Provvedi dalla quale ha appena avuto una figlia.
Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, diverse estorsioni in danno di imprenditori e commercianti, detenzione e porto illegale di armi, aggravati dal metodo e dalla agevolazione mafiosa. Gli arresti sono stati eseguiti anche in altre province d`Italia, con il supporto delle Squadre Mobili di Milano, Como, Napoli, Pesaro Urbino, Roma. Gli investigatori hanno eseguito anche
numerose perquisizioni e alcuni sequestri di aziende. "Malefix" è il nome dato all`operazione. Le indagini svolte dalla polizia hanno documentato l'esistenza e l'operatività delle cosche De Stefano-Tegano e Libri, in posizione di preminenza nella città di Reggio Calabria, fornendo uno spaccato di sulle gravi frizioni nel sodalizio criminale De Stefano-Tegano e tra il clan e quello dei Libri rispetto alla spartizione degli ingenti proventi delle estorsioni ai danni di operatori economici e commerciali del centro cittadino di Reggio Calabria.
Lo sgarro che ha quasi scatenato la guerra tra cosche - E' emerso che ciascuna consorteria raccoglieva le estorsioni secondo prassi che non tenevano conto degli accordi in base ai quali i proventi dovevano essere divisi tra le cosche di riferimento sul territorio. Antonio Libri, che aveva assunto le redini dell'omonima cosca dopo l`arresto dei capi, aveva saputo che - in occasione delle festività natalizie del 2017 - era stata raccolta da Carmine e Giorgio De Stefano una consistente somma di denaro (alcune migliaia di euro), senza che nulla venisse corrisposto ai Libri. L'episodio estorsivo riguardava un noto imprenditore reggino della ristorazione, titolare anche di alcuni locali di intrattenimento. Di questo fatto Antonio Libri aveva informato Orazio Maria De Stefano, esponente di vertice dell'omonima famiglia di 'ndrangheta nonchè altri esponenti della famiglia federata dei Tegano, con alcuni dei quali aveva organizzato un summit per definire nuove e congiunte prospettive di profitto attraverso l'innovazione delle modalità operative estorsive ai danni degli operatori economici e la formazione di un gruppo misto costituito da appartenenti alle due distinte consorterie.
Il tentativo di scissione delle famiglie - Una sorta di commissione tecnica con l'obiettivo di evitare sovrapposizioni e fraintendimenti e provvedere ad un efficiente sistema di rastrellamento estorsivo lungo tutto l'asse del centro cittadino di Reggio Calabria in danno delle attività economiche, organizzando anche l'imposizione intimidatoria delle assunzioni da parte dei gestori di attività. Attraverso il monitoraggio dei summit di 'ndrangheta, gli investigatori della polizia hanno ricostruito le dinamiche criminali che regolano il funzionamento del locale di Archi e il tentativo di scissione della famiglia facente capo a Luigi Molinetti dalla casa madre dei De Stefano, storicamente egemone anche a Reggio Calabria. La volontà di Gino Molinetti e dei suoi figli di rendersi autonomi dai De Stefano trovava le sue ragioni nel malcontento del gruppo familiare di Molinetti, consistente nella iniqua spartizione dei proventi estorsivi, nel mancato riconoscimento di avanzamenti gerarchici all'interno della organizzazione mafiosa, nella mancata elargizione di prebende che pretendevano in virtù degli anni di fedeltà e dedizione alla cosca, nell`avversione alle pretese espansionistiche dei Molinetti sul locale di Gallico. Il timore che i dissidi con Luigi Molinetti potessero degenerare in una scissione dagli esiti incerti e pericolosi, aveva indotto i fratelli Carmine e Giorgio De Stefano ad investire della delicata questione Alfonso Molinetti, fratello di Luigi, ritenuto uno dei loro alleati più fedeli.
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