"Prigionia" finita per la 63enne barese che era stata messa in quarantena dall'Asl, dopo che aveva avvisato il suo medico di aver ricevuto la notifica da parte dell'App Immuni di un contatto sospetto con un positivo al coronavirus. Fin da subito la donna aveva sostenuto si trattasse di un falso allarme ed ora che il tampone è risultato negativo è di nuovo in "libertà".
"Mi hanno messa ai domiciliari senza una ragione. Sono agli arresti, ma senza aver avuto nemmeno diritto a un regolare processo. Anche se sto benissimo, andrò a fare il tampone privatamente, visto che il servizio sanitario pubblico me lo nega", aveva raccontato a La Gazzetta del Mezzogiorno.
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