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La protagonista è gay, The Last of Us: Parte 2 bandito in Medio Oriente

Il gioco di Naughty Dog è stato bloccato in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi a causa di una politica un po' troppo conservatrice

IGN

The Last of Us: Parte 2 ha visto il suo debutto lo scorso venerdì e sta già registrando record di incassi in tutto il mondo. Sfortunatamente alcuni giocatori potrebbero non giocare il sequel dell'avventura di Joel ed Ellie a causa della relazione omosessuale nata tra la protagonista e il personaggio di Dina. Il veto è arrivato dagli Emirati Arabi e in Arabia Saudita dove si ritiene che tali contenuti vadano a violare le leggi conservatrici dei rispettivi paesi.

A segnalarlo al Servizio Clienti di Sony è stato un utente che aveva invano cercato di acquistare il gioco sullo store PlayStation degli Emirati Arabi, il cui messaggio di risposta aveva ampiamente chiarito il disguido, attribuiendone la causa proprio ai contenuti omosessuali della trama.

Secondo il rapporto pubblicato dal sito MSN News, "Gli utenti di Twitter hanno notato che il contenuto sessuale del gioco di Sony, stando al rating ESRB, potrebbe essere la ragione principale per cui il gioco non è stato approvato nei due paesi del Golfo che sono noti per avere tradizioni molto conservative".

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Tale divieto ha scatenato commenti ben più pesanti da parte della community, che ha tradotto tale decisione in un vero e proprio atto di potere da parte dei due paesi, nei quali tutti gli atti sessuali al di fuori del matrimonio eterosessuale possono essere puniti con sanzioni che vanno da semplici ammende alla pena di morte.

Di conseguenza, non sembra scontato ipotizzare che The Last of Us Part 2 sia stato bandito proprio a causa della relazione tra Ellie e Dina.

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