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Covid-19, i primi numeri economici post lockdown: il commercio 

Gli effetti delle misure anti-contagio hanno cominciato a manifestarsi, interessando gran parte dei settori e dei principali indicatori macroeconomici

Istockphoto

Tra i settori più colpiti sicuramente quello dei mezzi di trasporto, ma anche quello dell’abbigliamento, quello alberghiero e quello dei consumi extra domestici in generale hanno registrato crolli verticali. Insomma, gli effetti economici delle misure attuate dal governo per contenere i contagi hanno cominciato a manifestarsi, interessando molti settori e trovando conferma nei principali indicatori macroeconomici.

Una prima idea dell’impatto del coronavirus sull’economia italiana è possibile farsela guardando al commercio, attraverso le stime dell’Istat diffuse giovedì riguardanti le importazioni e le esportazioni. Ad aprile l’istituto ha infatti registrato una contrazione piuttosto marcata non solo per le vendite verso l’estero, ma anche per gli acquisti: -34,9% per l’export e -18,5% per l’import a livello mensile, -41,6% per l’export e -33,7% per l’import a livello tendenziale., con i beni di consumo non durevoli a riportare i cali più notevoli.

Altri indicatori che ovviamente possono far rendere conto degli effetti-Covid-19 sul commercio italiano sono quelli delle vendite al dettaglio, calcolato anche in questo caso dall’Istituto nazionale di statistica, e l’ICC della Confcommercio. Il primo, per il mese di aprile indica una flessione del 10,5% in valore e dell’11,4% in volume legata praticamente solo alle vendite al dettaglio di prodotti non alimentari, scese in valore del 24% e del 24,5% in volume. Il dato cumulato del trimestre febbraio-aprile 2020 mostra invece una flessione del 15,8% in valore e del 16,6% in volume rispetto al trimestre precedente e anche in questo caso sono le vendite dei beni non alimentari a influenzare negativamente l’indice generale: -52,2% in valore e -52,5% in volume.

Per quanto riguarda invece l’ICC - ovvero l’Indicatore dei Consumi della Confcommercio -  l’ufficio studi parla di un crollo del 47,6% tra aprile 2019 e lo stesso mese di quest’anno. Una caduta, spiega la Confcommercio, che «è rappresentativa di un mese in cui quasi tutte le attività, ad esclusione di quelle considerate necessarie, sono state sospese e la mobilità personale fortemente ridotta. Il risultato è stato una caduta della domanda le cui dimensioni non si ritrovano in tempi di pace».

Sempre secondo la Confcommercio a fine 2020 potremmo assistere ad una caduta dei consumi pari a circa 84 miliardi di euro, registrando un -8% rispetto al 2019, se il ritorno alla totale normalità dovesse verificarsi intorno a inizio ottobre ((le stime sono state pubblicate il 2 maggio). «Oltre tre quarti della perdita dei consumi – prosegue la nota – sono concentrati in pochi settori di spesa: vestiario e calzature, automobili e moto, servizi ricreativi e culturali, alberghi, bar e ristoranti». 

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