Un "pasticcio" che non si vedeva dal 1989 è quello andato in scena in Senato durante il voto di fiducia sul dl elezioni. A causa di un errore, definito tecnico, sul computo dei congedi, si è tenuto il voto nonostante in Aula mancasse il numero legale di presenti. Una volta che il problema è venuto alla luce, il voto, che aveva visto il governo incassare la fiducia, è stato annullato e riprogrammato.
"Dai conteggi che abbiamo fatto e verificato il numero legale era 150. Invece i votanti sono stati 149 e quindi non c'era il numero legale e la votazione va annullata e ripetuta" ha spiegato il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, sottolineando di ritenere che "se non c'è una maggioranza parlamentare a sostegno del governo vuol dire che il governo non c'è. Domani sono pronto a votare a qualsiasi ora".
Giornata al cardiopalma in Senato e l'uso del "Var" La fiducia era giunta per altro al termine di una giornata segnata dall'ennesima bagarre nell'Aula di Palazzo Madama, con l'esordio di una sorta di "Var". Durante l'esame del provvedimento, Calderoli aveva chiesto la parola per proporre all'Aula di pronunciarsi sul rinvio dei lavori. Il voto per alzata di mano aveva premiato l'ex ministro del Carroccio.
Immediata era anche arrivata però la richiesta di una controprova, stavolta con voto elettronico, che però aveva dato esito opposto. Da qui la bagarre. Tanti i senatori del centrodestra che hanno protestato chiedendo la verifica dell'ultima votazione. E' Forza Italia a proporre l'uso di una sorte di "Var", con la richiesta di esaminare le immagini del circuito chiuso per controllare chi fosse effettivamente presente al momento del primo voto. E i Questori e gli assistenti parlamentari hanno finito per ricostruire l'accaduto grazie a una vera "prova tv", una "moviola" d'Aula,