Una donna di 34 anni, Patrizia, ha scoperto di avere un tumore al seno mentre aspettava un bambino. Era al quinto mese di gravidanza. Dal momento della diagnosi, la gestante è stata seguita dalla Brest Unit dell'Ospedale Cardarelli di Napoli, dall'equipe di Ferdinando Riccardi, direttore di Oncologia e da Claudio Santangelo, direttore di Ostetricia e Ginecologia. "Abbiamo fatto la pianificazione delle cure con Santangelo - afferma Riccardi - e concordato i tempi con Patrizia. A quel punto abbiamo iniziato le terapie. Prima del parto aveva portato a termine 4 cicli di chemio". A quattro mesi dalla diagnosi, è nato il piccolo Federico e i medici hanno potuto operare Patrizia. Ora stanno bene entrambi.
E' accaduto poco più di un anno fa. "Al tatto sentivo un nodulo - racconta Patrizia - ho fatto una prima ecografia a cui è seguita una biopsia e il 27 maggio del 2019, poi, è arrivata la diagnosi". "Ero incinta - dice - per un momento ho dovuto valutare l'ipotesi di una scelta da compiere perché portando avanti la gravidanza avrei ritardato le mie cure". La donna, però, non ha avuto alcun dubbio. Federico sarebbe nato e soltanto dopo avrebbe pensato a sé.
Quando ha saputo della diagnosi, Patrizia ha chiesto subito al fidanzato di sentirsi libero di andare via, la risposta dell'uomo è stata chiederle di sposarlo. Così, prima della nascita del bimbo, i due hanno celebrato le nozze con rito civile.
Dopo la diagnosi, Patrizia si è affidata alle cure dei medici. "Abbiamo un programma che prevede una terapia medica prima dell'intervento - spiega Riccardi - il tipo di tumore in questione è molto sensibile alla chemioterapia, il trattamento definito 'neoadiuvante' è quello somministrato prima dell'intervento, con l'obiettivo di ridurre le dimensioni del tumore e rendere possibile un'operazione meno demolitiva". Andava valutato il percorso da compiere "e una terapia medica, prima dell'intervento chirurgico, che tenesse conto della gravidanza e che consentisse a Patrizia di raggiungere una età gestazionale adeguata per il parto".
La prima terapia è stata somministrata a Patrizia il 18 giugno del 2019. "C'era la possibilità che avrei perso i capelli già tra la prima e la seconda chemio fissata per il 9 luglio - sottolinea - fortunatamente non è stato così, non sono mai diventata calva. Avevo molta paura di questo".
Federico è nato a settembre. "Quando l'ho sentito piangere ho chiesto ai dottori come stesse, alla risposta positiva ho detto: 'Ora fate quello che dovete' - sottolinea Patrizia - La gioia di sentire piangere mio figlio, di vederlo, è stata indescrivibile. Ho pensato: 'Finalmente e' qui, finalmente è fuori'".
A gennaio di quest'anno, Patrizia si è sottoposta all'intervento. Ora è alle prese con l'ultima chemio e ha iniziato la radioterapia. "Sono stata forte, sapevo di dover stare bene per mio figlio, per prendermi cura di lui - conclude - credo che sia stato questo a darmi la forza di affrontare una situazione che, fino a quando non la vivi in prima persona, non capisci cos'è fino in fondo. Devo molto ai medici, alla loro professionalità, all'umanità con la quale sono stata accolta e all'organizzazione messa in campo dalla direzione generale del Cardarelli".