Il racconto del Mondo preistorico rappresentato certosinamente sulle rocce, un’opera d’arte colossale che va dal lago d’Iseo fino a Ponte di Legno, in ben 180 località: uniche al mondo per grandezza e importanza sono le incisioni rupestri della Valle Camonica, un patrimonio storico ed artistico eccezionale, unico, che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità già nel 1979, tra i primi siti al mondo di arte rupestre a ricevere questo riconoscimento. Divertente e istruttivo, per grandi e piccoli, per un week end o per un giorno indimenticabile.
Strani disegni, fuori dagli schemi usuali che un tempo la gente del luogo chiamava “pitoti” (cioè fantocci) e pensava che a tracciarli sulle rocce, nelle sere di luna piena, fossero state le streghe con magici rituali. Tutti, nei paesi della Valle Camonica, li conoscevano ma nessuno ne parlava volentieri, per una forma di timorosa superstizione, o forse per il desiderio di conservare solo per sé il mistero di questi strani segni. L’archeologia ufficiale ha cominciato ad interessarsi dei “pitoti” qualche decennio fa e ora i graffiti camuni sono conosciuti in tutto il mondo.
Incisioni rupestri da record - Quello scoperto in Valle Camonica è il più grande complesso di incisioni rupestri del mondo: circa 200.000 figure già catalogate e studiate ( più una vera e propria “miniera” ancora da esplorare), eseguite in un arco di tempo di circa 10 mila anni, dal Paleolitico al periodo Romano. A determinarne l’importanza e il fascino, non è solamente l’imponenza e l’estensione, ma anche il messaggio che i graffiti queste trasmettono. Sulle rocce della Valle Camonica si leggono infatti la storia di un popolo, che potrebbe essere emblematicamente considerata la storia della nostra civiltà europea. Una giornata, o ancor meglio un week end, in Valle Camonica alla loro scoperta, può essere quindi qualcosa di diverso dalla semplice gita turistica, può diventare un viaggio nel nostro passato. Il messaggio lasciato delle incisioni è profondo, ma muto. Per una società come la nostra – legata alla parola scritta – decifrare il linguaggio dei grafici non è sempre semplice. Una chiara cartellonistica illustra comunque i siti principali e consente di districarsi in questo fantastico e complesso linguaggio figurato.
Il Parco Nazionale di Naquane a Capo di Ponte – Da non perdere assolutamente una visita al Parco Nazionale di Naquane a Capo di Ponte dove, su un centinaio di rocce, sono raggruppate oltre 30 mila figure, la maggiore concentrazione scoperta al mondo. Il parco – completamente recintato – si estende per 14 ettari su un promontorio a mezza costa. Sulle sue rocce affioranti dal terreno sono incise scene di vita quotidiana (caccia, lavoro, guerra, allevamento, agricoltura) e simboli, non tutti di facile interpretazione, come le cosi dette “palette”, le spirali, la rosa “camuna” (scelta come simbolo per la regione Lombardia): le si può ammirare percorrendo uno dei 5 facili percorsi di visita, corredati da pannelli informativi.
La Grande Roccia - Il cuore del parco è costituito da una grande raduna da cui si gode una vista splendida su tutta la valle: qui si trova un altare preistorico (costituito da un grande masso rozzamente arrotondato) e la “Grande Roccia”, che da sola giustificherebbe ampiamente un viaggio fin qui. Sulla sua superficie, lunga una cinquantina di metri sono incise circa 900 figure, realizzate (a volte anche sovrapponendosi l’una all’altra) in momenti successivi, dalla fine del Neolitico all’Età del Ferro. Le più recenti e meno numerose risalgono al Medio Evo. Si tratta di graffiti incisi a più mani in un arco di circa 1000 anni da ignoti artisti, spinti dal desiderio di esprimere qualcosa della loro vita, dei loro riti. E così, accanto alle più antiche raffigurazioni di telaio (verticale, a peso) finora ritrovate in Europa e risalenti al secondo Millennio a.C., ci sono ad esempio una scena di iniziazione di una donna e una strana processione che rivela con sorprendente chiarezza quale era l’organizzazione sociale di quella comunità preistorica: vi compaiono due gruppi di persone che si vanno incontro, al cui centro si trovano rispettivamente il capo clan (che è a cavallo, armato e porta anche gli attributi del potere religioso) e due sacerdoti (gli unici che non sono armati).
I Massi di Cemmo – Sempre a Capo di Ponte, di grande interesee è anche il Parco archeologico comunale di Seradina e Bedolina. Dirimpetto a Naquane, a Cemmo, si trovano i due grandi e misteriosi massi isolati nel prato che diedero il via, all’inizio del ‘900, agli studi sulle incisioni camune.Su uno di essi è incisa la più antica raffigurazione di carro finora scoperta.
Altri affascinanti luoghi fra preistoria e natura – Moltissime altre incisioni rupestri istoriano altri siti della Valle Camonica, e andare alla loro scoperta è una piacevolissima camminata, fra boschi e prati. Graffiti incisi su massi di varie dimensioni (alcuni raggiungono i 50 m e raccolgono fino a 100 figure) si trovano infatti in varie località da Pisogne (sul lago d’Iseo) a Edolo. Poco distante da Capo di Ponte, da non perdere la Riserva naturale Incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo, una vasta e suggestiva area naturale protetta che conserva al suo interno oltre quattrocento incisioni rupestri camune, che coprono un lunghissimo periodo storico a partire dal V millennio A.C. Ricchissima la simbologia rappresentata, tra cui scene di guerra e simboli complessi come il celebre Nodo di Salomone. Altre incisioni si ammirano nei parchi di Sellero, Osimo e di Luine a Darfo Boario Terme.
Per maggiori informazioni: www.vallecamonicaunesco.it