la ricostruzione

Morte parà Scieri, il pm: "Precipitato perché colpito mentre fuggiva"

Il giovane siracusano è deceduto nella caserma Gamerra di Pisa, sede del centro di addestramento dei paracadutisti, il 13 agosto 1999, e trovato senza vita solo tre giorni dopo

A Emanuele Scieri, l'allievo parà della Folgore morto il 13 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa, "prima fu ordinato di svestirsi parzialmente poi fu percosso" e quando si rivestì per sfuggire alle violenze "tentò di salire sulla scala della torretta" arrampicandosi "dalla parte esterna". Sarebbe stato inseguito da Panella "passato da dentro" che lo avrebbe "continuato a colpire: lo testimoniano le lesioni a mani e corpo di Scieri, che gli hanno fatto perdere la presa e precipitare da 10 metri". Così il procuratore capo di Pisa Alessandro Crini sulla ricostruzione che ha portato a contestare l'omicidio volontario aggravato da motivi abbietti e futili.

Il caso - Scieri, 26enne siracusano con una laurea in giurisprudenza e già praticante in uno studio legale, è deceduto nella caserma Gamerra di Pisa, sede del centro di addestramento dei paracadutisti, il 13 agosto 1999, lo stesso giorno del suo arrivo alla caserma per il servizio militare di leva dopo aver svolto il Car a Firenze, e trovato senza vita solo tre giorni dopo.

La procura di Pisa ha riaperto l'inchiesta nel 2017, dopo che precedenti indagini erano state archiviate ipotizzando che il giovane si fosse tolto la vita. Impulso alle nuove indagini è stato dato dalla commissione parlamentare di inchiesta che nel dicembre 2017 concluse i lavori trasmettendo gli atti alla procura di Pisa.

Notificati 5 avvisi di chiusura indagini - La polizia ha notificato a cinque persone l'avviso di conclusione delle indagini preliminari della procura di Pisa in relazione alla morte di Scieri. Le indagini, condotte dalla Squadra mobile di Firenze e dalla sezione di pg della polizia della procura pisana, già nell'estate del 2018 portarono all'esecuzione di una misura cautelare per omicidio.

Sulla morte di Scieri sta procedendo anche la magistratura militare che ai primi di giugno ha chiesto il rinvio a giudizio per tre ex caporali accusati di violenza a inferiore mediante omicidio pluriaggravato in concorso: l'udienza preliminare è stata fissata per il 17 luglio.

Gli indagati sono i tre ex caporali Alessandro Panella, Luigi Zabara e Andrea Antico, l'unico ancora in servizio nell'Esercito. Gli stessi tre ex caporali sono stati accusati dalla procura ordinaria di Pisa di omicidio volontario: Alessandro Panella fu anche arrestato nell'estate 2018 in esecuzione di una misura cautelare perché gli inquirenti temevano potesse scappare negli Usa dove da tempo viveva. Tra gli indagati dalla procura di Pisa anche l'ex comandante della Folgore, gen. Enrico Celentano (da tempo in pensione), al quale è stato contestato di aver reso false dichiarazioni al pm. 

Il quinto indagato è invece un ex ufficiale in congedo della Folgore. Secondo quanto si apprende, l'ex militare è accusato di favoreggiamento dalla magistratura pisana che gli contesta una telefonata fatta a Panella un'ora dopo il ritrovamento del cadavere di Scieri. Un colloquio, secondo gli inquirenti, che sarebbe servito a preconfezionare una tesi difensiva di fronte alle indagini avviate sulla morte del giovane siciliano.

La ricostruzione - I caporali, tra le ore 22,30 e le 23,45 del 13 agosto - secondo la ricostruzione della procura - hanno incontrato Scieri mentre stava per effettuare una chiamata con il suo cellulare poco prima di rientrare negli alloggiamenti; lo hanno fermato e, qualificandosi come superiori in grado, gli hanno contestato di aver violato le disposizioni che gli vietavano di utilizzare il telefonino. Da qui la punizione e l'abuso di autorità.

I tre avrebbero poi obbligato l'allievo a flessioni sulle braccia, lo avrebbero percosso con pugni sulla schiena per poi costringerlo all'arrampicata con le scarpe slacciate e con la sola forza delle braccia sulla torre di asciugatura dei paracadute: mentre Scieri stava risalendo - secondo gli inquirenti - veniva seguito dal caporale Panella che, appena raggiunto, per fargli perdere la presa, lo percuoteva dall'interno della scala e, mentre il commilitone cercava di poggiare il piede su uno degli anelli di salita, gli ha sferrato violentemente un colpo al dorso del piede sinistro.

Così facendo, sempre secondo la ricostruzione dei magistrati della procura militare, a causa dell'insostenibile stress emotivo e fisico subito, Scieri ha perso la presa ed è precipitato al suolo da un'altezza non inferiore a 5 metri, in tal modo riportando lesioni gravissime.

I tre poi, secondo l'accusa mossa dalla procura generale militare, "constatato che il commilitone, sebbene gravemente ferito, era ancora in vita - pur essendo consapevoli dell'obbligo di dover agire per soccorrerlo, lo abbandonavano sul posto agonizzante e, violando uno specifico dovere militare di comportamento, così ne determinavano la morte; morte, che il tempestivo intervento del personale di Sanità militare, da loro precluso, avrebbe, invece, potuto evitare".