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Venti "prime volte" tutte da ridere per raccontare il cerchio della vita

E' uscito "Buona la prima", il romanzo di esordio di Fabienne Agliardi. Un racconto che si snoda attraverso venti "prime volte" significative nell'arco di quarant'anni della vita di una giornalista

Qual è il primo libro che avete letto nella vostra vita? E quanto è stato importante? Proprio questa scelta è lo spunto di partenza di "Buona la prima", il romanzo di esordio di Fabienne Agliardi (communication manager alla direzione Alumni dell’Università Bocconi. e direttore editoriale di Teatro.it). In fondo la vita è una lunga sequenza di prime volte, che hanno il potere di segnarci e di rimanere fissate nella nostra memoria molto più delle eventuali repliche. La Agliardi ne ha messe insieme venti, in un arco temporale che va dal 1976 al 2017 per raccontare la storia della giornalista Maia Mao attraverso una serie di episodi autoconclusivi dove un'ironia tagliente è lo strumento per affrontare emozioni, gioie, e delusioni. 

I ricordi delle prime volte della protagonista prendono il "la" proprio dal primo libro scelto. La domanda "qual è stato?" cade come un macigno durante un incontro che Maia è solita organizzare con tre suoi amici ogni giovedì, il cosiddetto "Spritz dei Verri", versione contemporanea dei caffè letterari del '700, ottima per darsi un'aria intellettuale mentre si passa del tempo a chiacchierare e bere. Un'aria intellettuale che per Maia viene a cadere nel momento in cui di fronte alle citazioni colte dei suoi compagni di bevute, al titolo del primo libro lei si trova a nominare "I miei primi 40 anni" di Marina Ripa di Meana, non esattamente un classico della letteratura. E proprio per riscattarsi da questa "magra figura", decide quindi di scrivere lei stessa un libro, in cui siano raccolte le sue prime volte importanti. Una serie di prime volte in realtà universali in cui tutti possono riconoscere almeno un pezzetto della propria vita.  

Ufficio stampa

Divisi in tre macro sezioni che metaforizzano le ere temporali con quelle della tecnologia fotografica (Bianco e nero, Polaroid e Digitale) si susseguono episodi chiave della vita di Maia: dalla "primissima volta", ovvero la scoperta di quando è stata concepita, al "primo figlio", chiudendo un cerchio della vita che da figlia la trasforma in madre. In mezzo si trovano prime più ufficiali come "il primo giorno di scuola" o "la prima comunione"; prime romantiche come "la prima neve" ma anche più emozionali, come "il primo trauma" o il "primo morto". 

Fabienne Agliardi mette in fila le istantanee che compongono la galleria fotografica della vita di Maia con ironia e intelligenza, senza mai perdere il gusto della scrittura. Non c'è solo il divertimento, ma questo diventa la lente attraverso il quale rivivere emozioni fondanti, per portare il lettore dentro la storia in maniera lieve ma indissolubile. Tutti elementi che fanno dire che per l'Agliardi scrittrice è stata "buona la prima". 

Per chi volesse saperne di più ed entrare nelle dinamiche della nascita del romanzo (che ha ottenuto subito un ottimo responso dal pubblico a dispetto del periodo complicato a causa del lockdown), da questo è nato un format social, "Lo spritz dei Verri", ogni giovedì in diretta sulle pagine Facebook dell'autrice e della Morellini editore.

Fabienne Agliardi

"BUONA LA PRIMA"

Morellini Editore

248 ppgg., 15,90 euro

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