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Istat, Covid-19 colpisce consumi delle famiglie: -4% nei primi tre mesi

Secondo il report solo una famiglia proprietaria su cinque riesce a pagare un mutuo

Crolla del 4% la spesa media mensile delle famiglie, nel primo trimestre, a causa delle misure di contenimento della diffusione del Covid-19. E' quanto emerge da un report dell'Istat sui consumi delle famiglie. Escludendo quella alimentare e per l'abitazione, la spesa media mensile è diminuita di oltre il 12% rispetto al corrispondente trimestre dell'anno precedente.

Nel 2019, la stima della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è di 2.560 euro mensili in valori correnti, "sostanzialmente invariata" rispetto al 2018 (-0,4%) e "sempre lontana dai livelli del 2011 (2.640 euro mensili), cui avevano fatto seguito due anni di forte contrazione non recuperata negli anni successivi".

Solo una famiglia su cinque paga il mutuo Secondo quanto emerge dal report, inoltre, solo una famiglia proprietaria su cinque riesce a pagare un mutuo. Nel 2019 paga un mutuo il 19,7% delle famiglie che vivono in abitazioni di proprietà (circa 3,7 milioni). Tale quota è maggiore al Nord (26,6% nel Nord-ovest e 23,1% nel Nord-est) e nel Centro (20,5%) rispetto a Sud (10,9%) e Isole (11,6%). Dal punto di vista economico e contabile, questa voce di bilancio è un investimento, e non rientra quindi nel computo della spesa per consumi; ciononostante, per le famiglie che lo sostengono rappresenta un esborso consistente e pari, in media, a 545 euro mensili. La spesa per consumi, comprensiva degli affitti figurativi, è molto differenziata in base al titolo di godimento dell'abitazione (affitto; proprietà; usufrutto o uso gratuito): è di 2.787 euro mensili per le famiglie in abitazione di proprietà (di cui il 35,5% destinato ad Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili); si attesta a 2.150 euro mensili per le famiglie in usufrutto o uso gratuito (il 33,3% dei quali destinati al capitolo abitazione); per le famiglie in affitto è 1.882 euro mensili (con l'abitazione che pesa per il 33,2%, di cui due terzi per l'affitto dell'abitazione principale, pari a oltre un quinto della spesa complessiva). Al netto degli affitti figurativi, la spesa per consumi sostenuta dalle famiglie scende a 2.065 euro per le proprietarie e a 1.612 per quelle in usufrutto o uso gratuito; conseguentemente, cambia anche la quota destinata all'abitazione: passa infatti, rispettivamente, dal 35,5% al 12,9% per le prime e dal 33,3% all'11,0% per le seconde. Considerando, quindi, i soli esborsi monetari, le famiglie in affitto hanno, rispetto al resto delle famiglie, minori risorse da destinare agli altri capitoli di spesa; ciò vale in particolare per le quote destinate a Trasporti (11,2% rispetto al 15,3% delle altre famiglie proprietarie, in usufrutto o in uso gratuito), Servizi ricettivi e di ristorazione (5,1% contro 6,9%), Abbigliamento e calzature (4,6% contro 6,0%), Ricreazione, spettacoli e cultura (4,5% contro 6,8%), Servizi sanitari e per la salute (4,3% contro 6,3%), e Mobili, articoli e altri servizi per la casa (3,9% contro 5,9%).

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