"Siamo usciti dalla fase acuta. Ora siamo passati alla fase della convivenza con il coronavirus". Lo ha affermato il viceministro della Salute Sileri. In Italia sono 197 i nuovi contagi, per un totale di 234.998 casi. I guariti salgono a 165.837, 759 in più di ieri. Crescono le vittime nel mondo: sono oltre 400mila. Arcuri: oltre due milioni di italiani hanno scaricato la app Immuni. E sull'emergenza: "Finirà solo col vaccino".
Il calo dei contagi continua - L'impennata di venerdì sembra essere stato solo un fuoco di paglia: continua il calo dei nuovi contagiati dal coronavirus in Italia. Nelle ultime 24 ore i casi registrati sono 197, una settantina meno di sabato, e scende anche l'incremento delle vittime: 53 in più, un dato che non si registrava dal 2 marzo.
Sileri: "La fase acuta è passata" - "Siamo usciti dalla fase acuta - conferma il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri - Quella come l'abbiamo vissuta fino ai primi di maggio non c'è più e ora siamo in una fase di convivenza con il Covid-19, con una situazione che è molto sotto controllo grazie alle misure adottate".
Arcuri: "Emergenza finirà col vaccino" - Ma questo non vuol dire che l'epidemia fa parte del passato, come ricorda il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri. Questi numeri non significano che l'emergenza è finita: "Se ne esce solo quando avremo il vaccino". I numeri sono comunque positivi, anche se bisogna considerare che rispetto a venerdì sono stati fatti 23mila tamponi in meno: 615 attualmente positivi meno di sabato, altri 6 ricoveri in meno in terapia intensiva che fanno scendere il totale a 287 pazienti, i ricoverati con sintomi che per la prima volta dal 9 marzo tornano sotto i cinquemila e ora sono 4.864. Ancora, 759 guariti e dimessi in più rispetto a sabato, con il totale che è arrivato a 165.837, sei regioni con zero nuovi casi e ben 10 senza vittime: Marche, Campania, Trentino Alto Adige, Abruzzo, Umbria, Sardegna, Valle d'Aosta, Calabria, Basilicata e Molise.
Il Veneto "pasticcia" sui numeri - Non c'è tra queste il Veneto nonostante il bollettino locale indichi zero morti. Secondo la Regione le vittime sono 1.954, lo stesso numero di sabato. Ma dal bollettino diffuso dalla Protezione Civile, che riporta gli stessi dati che le Regioni inviano al ministero della Salute entro le 17, le vittime sono sì 1.954, ma si tratta di 5 in più di sabato, quando erano 1.949. Non solo: stando ai numeri 'statali', c'e' un nuovo caso in Veneto (da 19.182 a 19.183) mentre la Regione prima ha sostenuto di non avere nuovi contagiati e poi, correggendo, ha parlato di 3 casi, portando il totale a 19.186 sostenendo che si tratta di "dati che verranno inviati al ministero della Salute".
Ma la confusione sui numeri è confermata anche dai dati di altre Regioni: il Piemonte, ad esempio, indica 7 nuove vittime ma nel bollettino regionale parla di zero morti nelle ultime 24 (dunque un riconteggio). L'Umbria, invece, nei dati diffusi a livello regionale parla di 1319 guariti e 37 attualmente positivi mentre nei dati nazionali ci sono 1.327 guariti e 29 positivi.
Anche la Lombardia cala ma i suoi numeri sono sempre la maggioranza - L'incremento dei nuovi contagiati è in calo anche in Lombardia, ma se la Regione continua a fare una corsa a sè: dei 197 casi totali ce ne sono 125, il 63,4% del totale. E ci sono 21 dei 53 nuovi morti, il 39,6% di tutte le vittime in Italia. "Non vedo un problema Lombardia - dice però Sileri - anzi vedo numeri in calo, con terapie intensive vuote. I focolai possono essere ovunque e, nel caso, andranno prese misure di contenimento chirurgiche e mirate.
Sileri apre ai soldi del Mes - Il viceministro grillino della Salute ha poi aperto al Mes. "In campo sanitario servono "20-25 miliardi rapidi per riforme strutturali, a partire dal personale, alzando gli stipendi" e dunque, se i soldi del Mes sono "senza vincoli e vantaggiosi, e arrivano anche in tempi rapidi. Allora va bene". Quel che è certo è che vanno risolti velocemente "i difetti e le carenze che negli ultimi anni hanno aggravato il servizio sanitario nazionale".
Arcuri: "Fondamentale la caccia gli asintomatici" - Di questo ha parlato anche Arcuri, ricordando che in 80 giorni l'Italia ha più che raddoppiato i posti di terapia intensiva, aggiungendone altri 6.948 ai 5.179 pre-Covid. Ma il Commissario ha ribadito che l'emergenza non è affatto finita e che in una fase come questa in cui si è riaperta la mobilità tra le regioni è fondamentale "accelerare la caccia agli asintomatici, con una strategia nazionale". "L'emergenza finirà solo quando verrà scoperto il vaccino e quando sarà prodotto in maniera sufficiente per rendere immuni tutti i cittadini che devono esserlo". Ecco perché, dice ancora Arcuri, "bisogna continuare ad essere responsabili: gli italiani sono stati straordinari in questi mesi e con i loro comportamenti hanno permesso di uscire dal lockdown e di iniziare una nuova fase. Ora dobbiamo continuare su questa strada".
Immuni parte lunedì su 2 milioni di cellulari - Da lunedì 8 giugno diventa intanto operativa in quattro regioni pilota la app Immuni per la tracciabilità dei contatti Covid positivi. Scaricabile dal primo giugno, dopo la prima settimana di sperimentazione, il funzionamento a pieno regime su scala nazionale è previsto per il 15 giugno. Immuni "è stata scaricata da 2 milioni di italiani", ha reso noto Arcuri. Strumento "molto utile", ha aggiunto il commissario per l'emergenza sottolineando che "il tracciamento è una componente essenziale per questa fase". Nessuna preoccupazione, poi, ha detto il commissario per l'emergenza per il fatto che ogni regione sta realizzando una propria App. "Quando studiavo mi dicevano che la moneta buona scaccia quella cattiva - ha detto - e sono sicuro che Immuni sarà la più utile per le esigenze".
Le regioni pilota per Immuni - E così Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia saranno le prime regioni a testare il funzionamento del contact tracing Immuni, che ha avuto anche il via libera, nei giorni scorsi, da parte del Garante per la Privacy. La app arriva alla linea di partenza non senza una scia di polemiche e inciampi tecnici. Restano i problemi legati alla tipologia di smartphone, in alcuni casi incompatibili per scaricare la app e su cui si è concentrato il lavoro di questi giorni per cercare di arrivare pronti al D-day. In particolare, Immuni usa la tecnologia per le notifiche di esposizione messa a disposizione da Apple e Google. Questa tecnologia determina i requisiti di sistema per scaricare e usare Immuni. Per quanto riguarda i problemi sugli smartphone Huawei, "non dovuti all'app", si spiega nelle Faq di Immuni, si è lavorato sulla risoluzione e la app è stata resa disponibile sui primi modelli ed entro lunedì, secondo le informazioni rese la scorsa settimana, sugli altri.