Tutti di nuovo in classe a settembre. Con visiere, divisori in plexiglass tra i banchi e lezioni di 40 minuti, senza doppi turni. Così il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, annuncia "l'obiettivo di portare tutti a scuola in presenza, mobilitando risorse per oltre 4 miliardi di euro. Con particolare attenzione ai più piccoli che hanno sofferto maggiormente in questo periodo". Il ministro, al termine di un vertice a Palazzo Chigi, ha sottolineato che quello per la scuola "sarà un piano su più livelli che seguirà l'andamento del rischio di contagio".
L'incontro presieduto da Conte, con la presenza anche del ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, del capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, del coordinatore del Cts Agostino Miozzo, dei rappresentanti di enti locali e parti sociali, si è protratto fino a tarda sera.
Intanto, seduta fiume alla Camera sul decreto scuola. In favore la maggioranza, e contraria l'opposizione. La misura per evitare che il decreto decada, visto che scade domenica e l'opposizione sta facendo ostruzionismo per evitare il voto finale. Il governo ha già incassato la fiducia.
Distanza e mascherine I componenti del Comitato tecnico scientifico hanno ribadito le indicazioni di base: distanza di un metro, mascherine, igiene personale. Per enti locali e sindacati, però, serve un piano più specifico.
Oltre alle mascherine, "ci sarà la possibilità di usare le visiere anche per andare incontro alle esigenze di studenti con difficoltà respiratorie e ipoacusici". "Sulla scuola stiamo mobilitando risorse per oltre 4 miliardi di euro. Ci sarà subito un nuovo stanziamento di altri 330 milioni per l'edilizia scolastica leggera - ha aggiunto il ministro Azzolina - . La norma contenuta nel decreto scuola favorirà i lavori dando ai sindaci potere di intervenire".
Ma da Regioni e Comuni è arrivato un allarme su risorse ed organici. "La riapertura delle scuole a settembre - ha sottolineato Decaro - comporterà molte criticità, ma è indispensabile e noi non ci tiriamo indietro".
Intanto dalla Camera via libera alla fiducia posta dal governo sul decreto scuola. I sì sono stati 305, i no 221, 2 gli astenuti. Restano da votare i 193 ordini del giorno, di cui 157 delle opposizioni, che minacciano ostruzionismo, in particolare Lega e Fdi. Il decreto infatti decade domenica e deve dunque essere convertito in legge entro sabato. Prevista una seduta notturna fino alle 24 per illustrare gli ordini del giorno, mentre da venerdì verranno votati gli ordini del giorno, a cui devono seguire poi le dichiarazioni di voto e il voto finale sul provvedimento, che potrebbe slittare a sabato.