È arrivato nella notte il comunicato ufficiale da parte di Sony in merito al movimento di protesta nato in seguito alla morte di George Floyd, 46enne afroamericano ucciso brutalmente da un agente di polizia di Minneapolis. L'azienda giapponese ha deciso di prendere una posizione importante e di cancellare l'evento di presentazione di PlayStation 5 previsto per il 4 giugno, durante il quale la casa nipponica avrebbe dovuto presentare i primi giochi a esordire sulla sua prossima console.
"L'evento dedicato a PlayStation 5 previsto il 4 giugno sarà rimandato", si legge in una nota condivisa sui social network da PlayStation Italia. "Sappiamo che i giocatori erano entusiasti di vedere i giochi PS5 ma riteniamo che questo non sia il momento della celebrazione, riteniamo sia giusto fare un passo indietro perchè altre voci siano ascoltate".
Sony non ha condiviso dettagli su una possibile nuova data per la conferenza, ritenendo opportuno farsi da parte e lasciare spazio a tematiche più importanti dei videogiochi. Non è da escludere che l'evento di PS5 possa slittare di qualche settimana o di un mese, a seconda di come si evolverà la situazione negli Stati Uniti.
Non è la sola azienda ad aver deciso di rinviare eventi in programma in uno dei mesi più caldi per l'industria videoludica: poche ore prima di Sony, anche Electronic Arts aveva preso una decisione se possibile ancora più significativa, dal momento che aveva ormai in serbo la presentazione di Madden NFL 21, nuovo capitolo della serie dedicata al football americano nonché uno dei franchise più popolari di sempre per il mercato statunitense.
Il colosso di Redwood ha deciso di rimandare, anche in questo caso a data da destinarsi, la presentazione del videogame appoggiando la causa del movimento #BlackLivesMatter e disapprovando qualsiasi movimento razzista o discriminatorio. Altre aziende legate all'industria stanno lentamente reagendo alla situazione, cancellando o rinviando gli appuntamenti previsti nei prossimi giorni al fine di sensibilizzare la popolazione a non tollerare più simili atti di violenza e di intolleranza razziale.