E' ufficiale: dal 15 giugno la Grecia aprirà le frontiere anche all'Italia, ma a precise condizioni: chi arriverà dalle regioni a rischio (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto) dovrà fare i test e un periodo di quarantena. Lo si legge sul sito dell'ambasciata di Atene. Dura la replica da Veneto ed Emilia-Romagna: "Non siamo appestati, non ci vedranno più". E anche il ministro Speranza bacchetta le restrizioni.
La decisione della Grecia - A partire dal 15 giugno i voli internazionali saranno ammessi negli aeroporti greci di Atene e Salonicco, ma se l'aereo proviene da una delle aree "ad alto rischio" individuate dall'Agenzia europea per la sicurezza aerea (che per l'Italia sono Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto) i passeggeri saranno sottoposti a un test all'arrivo. Se negativo, il passeggero si metterà in autoisolamento per sette giorni. Se positivo, la quarantena sarà di 14 giorni.
Le reazioni dall'Italia: "Non accettiamo di essere considerati untori" - I greci "non sono ben informati della nostra situazione sanitaria e non accettiamo di essere considerati degli untori". Così l'assessore regionale al Turismo dell'Emilia-Romagna, Andrea Corsini, commenta la riapertura della Grecia all'arrivo degli italiani ma con test per i residenti in alcune regioni, tra cui l'Emilia-Romagna. "Se per andare in Grecia queste sono le regole - aggiunge - è uno stimolo a trascorrere le vacanze balneari in Italia e la nostra costa è da cinque anni la destinazione estiva più apprezzata dagli italiani".
Dello stesso avviso e della stessa durezza era stata precedentemente la replica di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto. "Pensare che la culla della cultura dell'antichità si sia ridotta a fare gli editti per escludere il Veneto lo trovo allucinante", aveva risposto il governatore alle restrizioni elleniche. "Mi chiedono cosa pensano gli operatori turistici greci - aggiunge -perché è chiaro che non ci vedono più. Noi non siamo degli appestati, ci mancano anche di rispetto. La Grecia deve togliere la nostra regione dal bando, non esiste. Non si fa così, la Grecia è in Europa (ma lasciamo stare, perché l'Europa non sappiamo cos'è...), ma fa anche parte di Schengen", aveva concluso.
La risposta del ministro Speranza - "Non si giustificano atteggiamenti punitivi da altri Paesi europei. La nostra situazione è di livello superiore rispetto alla media dei Paesi europei", ha dichiarato sull'argomento il ministro della Salute Roberto Speranza, ospite di Lucia Annunziata a "In mezz'ora in più" su Rai3.
"L'Italia sta molto meglio rispetto alle settimane passate. Abbiamo avuto una fase difficile, - ha ricordato il ministro, - il primo Paese colpito (dopo la Cina, ndr). Abbiamo dovuto prendere decisioni durissime poi seguite anche da altri Paesi. Stiamo superando la fase più difficile ma la fase 2 è una fase di convivenza con il virus".