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La Croazia ci ripensa: italiani possono entrare, ma se prenotano l'albergo | La Grecia riapre a 29 Paesi ma non all'Italia 

Da Zagabria arriva la precisazione per quanto riguarda la riapertura delle sue frontiere al turismo. Zaia: "L'Italia non è la Wuhan d'Europa"

Sebbene tra i cittadini dei dieci Paesi dell'Ue ai quali la Croazia ha riaperto i confini senza restrizioni non ci siano anche gli italiani, dall'Italia è comunque possibile entrare in Croazia per motivi di lavoro e per ragioni economiche, tra le quali ci sono quelle turistiche. Sarà possibile andare in vacanza in Croazia anche dall'Italia se si esibisce una prova di prenotazione alberghiera. La precisazione arriva dopo le prime polemiche. La Grecia riapre a 29 Paesi ma non all'Italia.

Per accelerare l'ingresso, il ministero degli Esteri croato consiglia agli italiani di presegnalare l'arrivo in Croazia compilando un modulo disponibile sul sito del ministero degli Interni croato.

Il governo di Zagabria, per far ripartire il turismo duramente colpito dalla pandemia del coronavirus, aveva riaperto i confini senza alcuna restrizione per i cittadini di Austria, Repubblica Ceca, Estonia, Germania, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia e Slovenia. Paesi, secondo il governo croato, che registrano una situazione epidemiologica analoga a quella della Croazia. Attualmente sulla costa adriatica croata si registra la presenza di circa 20mila turisti stranieri.

Grecia, ok ai turisti dal 15 giugno La Grecia ha annunciato che dal prossimo 15 giugno, con la ripresa dei voli internazionali sugli aeroporti di Atene e Salonicco, potranno entrare nel Paese i turisti provenienti da 29 Paesi, tra i quali non figura l'Italia. Una nuova lista aggiornata e ampliata di Paesi di partenza ammessi verrà pubblicata il 1 luglio. Insieme a chi proviene dall'Italia sono esclusi i turisti in arrivo da Regno Unito e Francia, mentre chi arriva da Germania e
Cina avrà il via libera. Nel dettaglio i Paesi ammessi sono Albania, Australia, Austria, Macedonia del Nord, Bulgaria, Germania, Danimarca, Svizzera, Estonia, Giappone, Israele, Cina, Croazia, Cipro, Lettonia, Libano, Lituania, Malta, Montenegro, Nuova Zelanda, Norvegia, Corea del Sud, Ungheria, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca e Finlandia.

La lista è stata compilata dopo un esame della situazione epidemiologica di ciascun Paese e prendendo in considerazione gli annunci dell'Agenzia Ue per al sicurezza aerea (EASA), oltre che i consigli del comitato di esperti scientifici che assistono il governo. Il divieto di ingresso non si applica alla nazionalità dei turisti, ma al Paese di origine del volo che atterra sul suolo greco, ha precisato il governo.

Zaia: Italia non è la Wuhan d'Europa Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha ribadito la propria contrarietà ai corridoi privilegiati tra Stati europei e ha chiesto "una regia dell'Ue" e l'intervento del Ministero degli Esteri per risolvere il
problema. "Basta considerare l'Italia come la Wuhan d'Europa. C'è il mondo intero, specie quello del turismo, che ci guarda - ha sottolineato Zaia - . La Svizzera apre a tutti fuorché a noi, e ci considera degli appestati; la Croazia va in questa direzione. Che differenza c'è tra noi e la Francia? Si mette in discussione la qualità sanitaria del nostro paese. Non può passare l'dea che siamo un lebbrosario".

Secondo Zaia, "non c'è una regia comunitaria: come può l'Austria o la Croazia decidere in autonomia. C'è tutto un 'fai
da te', ed è un guaio. Anzi, è scandaloso". 

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