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Coronavirus, tecnologia e strategia digitale dell'Ue | Guarda la terza puntata di "Giovane Europa"

La rubrica di Tgcom24 è andata in onda giovedì 28 maggio ed è realizzata in collaborazione con la Commissione europea

Tecnologia, innovazione, digitale. Questi i temi affrontati nella terza puntata di "Giovane Europa", la rubrica di Tgcom24 realizzata in collaborazione con la Commissione europea. L'emergenza coronavirus ha confermato e rafforzato il ruolo chiave della tecnologia nelle nostre vite. Un'importanza di cui l'Unione europea è ben consapevole. In questo terzo appuntamento della rubrica, andato in onda giovedì 28 maggio, si è infatti parlato delle soluzioni innovative promosse dall'Ue durante la crisi causata dal Covid-19.

Come il coronavirus ha cambiato le nostre abitudini - Durante il lockdown, la vita professionale e sociale si è trasferita sui dispositivi tecnologici: lavoro, scuola, università, sport, incontri con gli amici, spesa. Da marzo, nell'Eurozona, le app di e-commerce si sono moltiplicate, così come quelle di intrattenimento, informazione e fitness. 

Lo smartworking - Da Parigi a Madrid, da Milano a Copenaghen, ovunque i cittadini europei hanno imparato una parola, diventata ormai di uso popolare: smartworking. Una pratica consolidata in quei paesi come Olanda, Finlandia e Lussemburgo, dove un impiegato su tre lavora abitualmente da casa. Una novità forzata dal lockdown, invece, per quegli Stati che Eurostat pone in fondo alla classifica (tra questi l'Italia). 

Prima della pandemia, ricorrevano allo smartworking 570mila italiani, da marzo il numero è aumentato considerevolmente fino a sfiorare oggi gli otto milioni. Un esperimento che, però, si scontra con l’arretratezza tecnologica del nostro Paese: sono 11,5 milioni le persone che non hanno la banda ultralarga e che quindi hanno delle grosse difficoltà di connessione. Finita l'emergenza, dunque, la sfida per il nostro Paese sarà trasformare il lavoro agile da necessità a diritto e opportunità.

"Questa crisi ci ha colto tutti alla sprovvista e ha favorito coloro che erano già preparati, cioè chi aveva già familiarità con le tecnologie digitali. Ad ogni modo, volenti o nolenti tutti siamo dovuti ricorrere a queste importantissime modalità per poter comunicare e continuare il nostro lavoro. E' stata una necessità. Se vogliamo trovare un piccolo lato positivo di questa tragedia, è proprio questo: abbiamo avuto la possibilità di poter sperimentare sul terreno le nostre abilità in campo tecnologico", dichiara Vito Borrelli, capo facente funzioni della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, ospite della terza puntata di "Giovane Europa".

L’importanza della tecnologia durante la Fase 2 - L'uso della tecnologia è stato fondamentale durante il lockdown, ma lo è anche ora, in Fase 2. In questo periodo di convivenza con il virus, l’uso di determinate tecnologie può essere fondamentale. Pensiamo alle app di contact tracing - che permettono di tracciare i movimenti di chi è positivo al coronavirus e avvisare con una notifica chiunque sia entrato in contatto con lui - come l'ormai nota Immuni, progettata dagli italiani di Bending Spoons per mappare gli spostamenti delle persone nella Fase 2 dell’emergenza. Nel mondo sono diversi i Paesi che hanno scelto di dotarsi di un sistema analogo, in Europa i più virtuosi in tal senso sono quelli nordici.

Le soluzioni innovative promosse dall'Ue durante l'emergenza - Nell'ambito delle tecnologie digitali, le soluzioni innovative promosse dall'Unione europea durante l'emergenza coronavirus si basano su 3 pilastri fondamentali (che ci hanno consentito di continuare a imparare, a informarci, a socializzare e a lavorare durante il lockdown): i servizi fiduciari, ad esempio le firme elettroniche, i sigilli elettronici e tutti quei servizi di autenticazione digitale di cui si avvalgono le imprese; l'e-government, ovvero la gestione digitalizzata della pubblica amministrazione, e l'e-health, la sanità elettronica. 

Ci sono poi alcuni strumenti e pratiche che già esistevano ma che si sono rivelati particolarmente essenziali nelle ultime settimane: dai dati ai supercomputer fino all’intelligenza artificiale.

Per quanto riguarda i dati, pensiamo alla condivisione di informazioni importanti, quali quelle sanitarie. I supercomputer si sono concentrati e si concentrano in maniera costante sulla ricerca di cure e vaccini contro il Covid-19. E ancora i dati dallo spazio, che quantificano l’impatto industriale e ambientale del coronavirus. E’ sempre stata costante, inoltre, la lotta contro la disinformazione online.

La strategia digitale dell'Ue - "In qualche modo - sottolinea Borrelli - tutti stiamo vivendo la trasformazione digitale sulla nostra pelle, a maggior ragione in questo periodo. L'Unione europea ha lanciato, già da qualche anno, una strategia digitale incentrata fondamentalmente su tre punti cardini. Il primo riguarda le persone e, in particolare, la tecnologia a servizio delle persone. Questo comporta investire nelle competenze digitali degli europei e, allo stesso tempo, proteggere i cittadini dalle minacce cibernetiche, far sì che l’intelligenza artificiale si sviluppi nel rispetto dei diritti dei singoli. Significa anche potenziare l'uso delle bande larghe e delle connessioni ultrarapide e le capacità dei supercomputer".

"Il secondo punto - aggiunge Borrelli - riguarda le imprese. Si punta a un'economia digitale equa e competitiva, che favorisca lo sviluppo di startup e piccole e medie imprese, che proponga un patto sui servizi digitali per rafforzare le responsabilità delle piattaforme e chiarire le regole dei servizi online e che garantisca una concorrenza leale tra le imprese digitali".

"Il terzo punto riguarda il Pianeta, che dovrà beneficiare delle tecnologie digitali per raggiungere uno dei grandi obiettivi di questa Commissione: la cosiddetta neutralità climatica entro il 2050", conclude.

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