Regionali, no al voto il 20 settembre | 5 governatori scrivono a Mattarella: "Decisione politica, non sanitaria"
I presidenti di di Campania, Puglia, Veneto, Liguria e Marche vorrebbero andare alle urne a luglio. Votare in autunno, col rischio della seconda ondata, potrebbe portare a un ulteriore rinvio
I governatori di Campania, Puglia, Veneto, Liguria e Marche hanno scritto a Sergio Mattarella per chiedere un intervendo al fine di evitare le elezioni regionali dal 20 settembre in poi, così come vorrebbe il governo. La proroga della data, infatti, "può essere giustificata solo da ragioni sanitarie ed emergenziali", si legge nella lettera, ma in questo modo "sta assumendo i contorni di una decisione politica basata sulla convenienza di parte".
Nuovo rapporto tra governo e regioni - Una decisione politica sulla data elettorale, sostengono i governatori, "non può giustificare la compressione dell'autonomia legislativa regionale e il diritto di voto degli elettori". E proprio in merito all'autonomia, i presidenti riconoscono che la "difficile situazione, senza precedenti nella storia della Repubblica", abbia richiesto provvedimenti emergenziali "con la necessità di un adattamento continuo dei rapporti tra Stato e Regioni nel quale ci siamo impegnati in prima persona in continue riunioni e contatti con il governo".
Legislature regionali in scadenza il 30 maggio - Tuttavia i problemi sono emersi quando è arrivato il momento di "affrontare il tema del rinnovo delle legislature regionali in scadenza il 30 maggio". Argomento, delicato, sostengono le regioni, "perché coinvolge la durata di organi dotati di potere legislativo eletti a suffragio universale e diretto, dotati tra l'altro, ai sensi dell'articolo 122 della Costituzione, di potestà legislativa propria in ordine alla legislazione elettorale". La durata degli organi legislativi, infatti, "è un principio fondamentale dello Stato democratico, tant'è che la Costituzione stessa prevede tempi certi per la ricostituzione delle Camere (art. 61) e il divieto di proroga delle stesse se non in caso di guerra (art. 60)".
Proroga fino al 30 agosto - E considerando l'attuale stato di emergenza sanitaria, il governo ha deciso, con il DL 26/2020, la proroga di tre mesi, quindi fino al 30 agosto, delle legislatuire regionali. E' stato però disposto che, "a differenza di quanto normalmente avviene, la data delle elezioni possa essere fissata soltanto nei 60 giorni successivi, ossia nei mesi di settembre e ottobre". E qui scatta il disaccordo tra il governo e le regioni.
Elezioni sconsigliate in autunno? - Il punto criticato dalle Regioni è per che questa decisione "non è mai stata resa pubblica la motivazione sanitaria, che giustificasse come dal punto di vista dell'epidemia di Covid-19 vi siano maggiori rischi nel mese di luglio piuttosto che nei mesi autunnali". I governatori, infatti, sostengono che dai primi di giugno ripartono le attività economiche, culturali e sociali e, di conseguenza, non risulta chiaro ai governatori come il rischio sanitario possa continuare a esistere solamente per le elezioni. "Al contrario, come anche si evince dal parere reso nei giorni scorsi dal Comitato Tecnico Scientifico, esigenze sanitarie sconsigliano fortemente di ritardare le elezioni verso i mesi autunnali, in quanto potrebbe aversi una recrudescenza del virus che porterebbe a dover rinviare la scadenza elettorale di ulteriori, troppi, mesi", si legge nella lettera dei governatori al Capo dello Stato.
La riapertura delle scuole - Infine viene considerata "assolutamente inopportuna la fissazione di una data che pregiudichi la riapertura delle scuole, mettendo a rischio i ragazzi nel rientrare in edifici frequentati da milioni di elettori". Per questo motivo le 5 regioni si sono rivolte a Mattarella, per chiedere un "intervento a tutela del principio di leale collaborazione tra gli organi della Repubblica su cui è fondata la nostra Costituzione, che rimetta al centro l'interesse pubblico alla tutela della salute e il principio democratico sul quale la Repubblica si fonda", conclude la lettera.