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Coronavirus, licenziato per procurato allarme: “Ho segnalato che mia moglie poteva essere un soggetto a rischio"

In collegamento da Caserta, a “Pomeriggio Cinque", la testimonianza di Gianluca cacciato dall'azienda dopo una settimana di malattia

Licenziato per procurato allarme e insubordinazione nel pieno della pandemia. E' la storia di Gianluca che in collegamento da Caserta a "Pomeriggio Cinque" racconta di essere stato cacciato dalla sua azienda dopo 25 anni di lavoro. "Ho solo comunicato che mia moglie poteva essere un soggetto a rischio", spiega il 50enne che dopo la segnalazione ha concordato con l'azienda una settimana di stop lavorativo, tra ferie e malattia, per attendere i risultati dell'indagine epidemiologica che hanno visto coinvolta la moglie, infermiera in un carcere dove sono stati riscontrati tre casi di coronavirus.

Dopo la settimana lontano dall'azienda Gianluca è tornato a lavoro. La moglie è risultata non a rischio contagio ma l'azienda a quel punto, secondo quanto riferito dall'operaio, ha deciso di licenziare il 50enne che a Canale 5 dichiara: "Io ho solo eseguito quelli che sono i protocolli di sicurezza". 

L'inviato del programma di Barbara d'Urso ha provato a parlare con l'azienda presentandosi sul posto a Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta, ma all'ingresso della struttura il custode gli ha negato l'accesso e ha chiesto di inviare un'email per fissare un appuntamento.

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