La pandemia si abbatte sulle società quotate a Piazza Affari con un forte impatto sulla loro capitalizzazione. Nel primo trimestre dell'anno le venticinque società industriali e dei servizi del listino principale Ftse Mib hanno visto una riduzione della capitalizzazione del -22,4%, con una perdita di 83 miliardi. Il lockdown ha avuto un forte impatto sulla manifattura che ha visto una contrazione del fatturato dell'11,8%, il peggiore risultato degli ultimi 30 anni. Nei primi tre mesi dell'anno, secondo la fotografia scattata dall'Area studi di Mediobanca, la gran parte delle società hanno subito impatti negativi su tutti gli indicatori finanziari.
In particolare l'analisi ha preso in considerazione i risultati di 13 società a controllo privato e 12 società a controllo pubblico; 16 manifatturiere, 6 energetiche/utilities, 2 di servizi e 1 petrolifera.
In generale i primi tre mesi del 2020 hanno segnato una diminuzione del valore di Borsa per tutte le società, a eccezione di quelle dell'area del farmaceutico, Recordati (8,1 miliardi; +2,1%) e DiaSorin (6,6 miliardi; +1,9%), spinte proprio dal particolare momento della pandemia.
Le società hanno perso complessivamente ricavi per quasi 14 miliardi (-13,7%), con il lockdwon che ha inciso non in maniera pesante sulle utility. Tra i settori, i servizi hanno registrato il minore calo (-8,8%), seguiti dalle energetiche/utilities (-10,5%), mentre il petrolifero con Eni (-25,2%) e la manifattura (-11,8%).
Per le società industriali del Ftse Mib, Mediobanca Securities, infine, prevede un calo degli utili rispetto al 2019 del 35% per il 2020 e dell'8% per il 2021, prima di tornare sopra i livelli del 2019 solo nel 2022. In questo contesto anche gli azionisti pagheranno il conto alla pandemia. Le previsioni vedono un calo di oltre 900 milioni in meno (-7,2%) di dividendi La riduzione riguarderà soltanto i gruppi privati(-1,6 miliardi), mentre aumenteranno leggermente i dividendi distribuiti dai gruppi pubblici (+0,7 miliardi).
La pandemia si è abbattuta con violenza anche sulla grande manifattura italiana quotata sul Ftse Mib e che opera sul territorio italiano con 101 grandi stabilimenti (51 al Nord, 23 al Centro, 22 al Sud e 5 nelle Isole). Tra tutti i settori, il manifatturiero è stato il più penalizzato dal lockdown, con il 59% delle aziende costrette alla chiusura (contro il 37% dei servizi). Nel primo trimestre si è registrato un calo del fatturato dell'11,8%, la peggiore contrazione degli ultimi 30 anni. A diminuire sono stati specialmente i ricavi realizzati nell'area Emea (-15,4%), seguita dalle Americhe (-10,6%) e dall'area Asia e Pacifico (-5,7%).