L'industria italiana si è lasciata alle spalle un anno nero, ancora una volta un anno di recessione (-0,8%). Ora, a quanto pare, la marcia è cambiata. E' iniziata una fase di ripresa dell'economia. Ma questa ripresa "non prelude al decollo dello sviluppo, ma piuttosto ad un volar basso e stentato" dell'attività produttiva, sempre in bilico rispetto al rischio di "atterraggi bruschi". Per questo un "intervento correttivo da parte del governo appare giustificato". Questa è la fotografia dell'Italia scattata da Confindustria nelle sue "Previsioni macroeconomiche".
Insomma per gli industriali i conti ancora una volta non tornano e per questo motivo invitano l'esecutivo a pensare seriamente ad una manovra correttiva.
Crescita bassa, Pil all'1,3%
Per gli analisti di Viale dell'Astronomia, infatti, la crescita quest'anno non superare' l'1,3%, tra le piu' basse in assoluto in Europa e toccherà il 2-2,1%% il prossimo anno. Il rapporto deficit/pil si manterra' al 3% nel 2005, per poi scendere al 2,7% nel 2006. Ma questi risultati, seppure modesti, si potranno ottenere solo se ci sara' una politica di bilancio attiva, che attui misure correttive "pari allo 0,8-0,9% in ragione d'anno, ogni anno dal 2005". In caso contrario, invece, senza interventi correttivi, l'indebitamento tendenziale si porterebbe nel 2004 al 3,5% del Pil e salirebbe al 4,1% nel 2005, per il venir meno delle misure una tantum.
In questo quadro, stabilizzare la crescita della spesa corrente "richiede una sollecita approvazione, senza ulteriori attenuazioni", della riforma pensionistica. Riforme di questo tipo, che hanno effetti duraturi sui meccanismi di spesa, "accrescono peraltro la credibilita' della politica di bilancio", sottolinea Confindustria, che torna a chiedere "una grande moderazione nei futuri rinnovi contrattuali del pubblico impiego e un ampio ricorso all'outsourcing del servizi prodotti dalla pubblica amministrazione".
Serve una nuova politica dei redditi
E Confindustria torna a parlare anceh della politica dei redditi, politica che deve tornare sul tavolo del governo e delle parti sociali. E' "necessario che governo e parti sociali tornino a ragionare sui grandi tempi della politica dei redditi, e cioe' la produttivita', l'occupazione, l'inflazione, e il potere d'acquisto delle retribuzioni", si legge nel rapporto. E', quindi, opportuno, che si sviluppino una serie di iniziative, oltre quelle gia' avviate, per "valutare l'efficacia delle azioni che possono discenderne ai fini del contenimento dell'inflazione".