Tornano le matricole a Piazza Affari. Dopo due anni di vacche magre, ben cinque società hanno deciso di fare il loro ingresso ufficiale sul listino di Borsa prima dell'estate. Ad aprire la stagione delle quotazioni sarà Dmt, la società leader nel mercato degli apparati dei sistemi e dei servizi per la distribuzione del segnale televisivo terrestre sia analogico che digitale. A seguire ci sarà Terna, la società dell'Enel a capo della rete di trasmissione elettrica nazionale. Subito dopo sarà la volta di Azimut, Eems e Procomac.
La liquidità sul mercato in questo momento non manca di certo. Ma alle aspiranti matricole spetta un compito davvero difficile: riconquistare la fiducia degli investitori, soprattutto quella dei piccoli risparmiatori ancora scottati dalle vicende Cirio e Parmalat. Gli ultimi crac finanziari, infatti, non solo hanno avuto gravi ripercussioni sui titoli stessi, ma hanno anche modificato l'atteggiamento dei risparmiatori verso gli strumenti finanziari in generale, azioni comprese, facendoli diventare molto più scettici.
A questo punto sarà davvero importante, quasi cruciale, azzeccare il prezzo giusto d'offerta e regalare qualche soddisfazione agli investitori. Ma conterà anche la capacità di dimostrare di avere le carte in regola per rispondere alle richieste del mercato.
A rompere il ghiaccio nel 2004, con molta probabilità, sarà Digital Multimedia Technologies(DMT) che arriverà sul listino il prossimo 22 giugno nel segmento Star. La società ha presentato al mercato le modalità dell'Offerta Pubblica di Vendita e Sottoscrizione (OPVS) che prenderà il via l11 giugno 2004, per concludersi il 17 giugno 2004.
Sul mercato verrà collocato il 52,653% del capitale sociale. L'offerta pubblica di Dmt si basa su un aumento di capitale di 4 milioni di azioni, in aggiunta agli 1,2 milioni di titoli esistenti.
Il 25% del capitale (1,3 milioni di azioni), e' destinato ad un pubblico indistinto, mentre 3,9 milioni di titoli (75%) sono rivolti a investitori professionali. E' previsto inoltre uno zoccolo di 709.060 titoli (il 13,6%), che costituiscono la 'green shoe'. Ad operazione ultimata il flottante sara' pari al 52,65% del capitale.
Prima dell'aumento, il 65% del capitale e' in mano al presidente e amministratore delegato Falciai, affiancato dal 27,6% in mano ai partner finanziari (Banca Intesa 8,7%, Fondo Convergenza 8,0%, Fondo Athena 5,45% e Fondo Fidia 5,45%) e dai manager (7,4%).
Con il collocamento Dmt mette sul mercato una quota superiore al 50% del capitale, diventando cosi', come ha spiegato Falciai "una societa' contendibile". A Falciai restera' il 40,1%, ai partner il 3,5% e ai manager il 3,8%. "Siamo ben consci - ha spiegato Falciai - di poter condurre il nostro business plan in maniera tranquilla e solida".
Il 90% del ricavato della Ipo servira' al gruppo per completare la propria infrastruttura consistente in torri per la copertura territoriale del segnale televisivo digitale terrestre, mentre il restante 10% verra' utilizzato per il "rafforzaento della struttura commerciale all'estero".
Tra i mercati in cui Dmt e' presente si segnala gli Usa, l'Australia e l'America Latina, ma e' previsto anche un impegno in Africa, Cina e Russia. Dopo aver rilevato da Mediaset Elettronica Industriale, attiva nella costruzione e vendita di apparecchiature per la trasmissione del segnale televisivo, Dmt e' diventata l'anno successivo un Tower Operator (proprietari di torri che ripetono il segnale digitale), con l'acquisto di oltre 20 postazioni in Lombardia. Una posizione consolidata con successive acquisizioni fino al 2003, quando ha debuttato il digitale terrestre in Italia, che ha consentito al gruppo di realizzare le reti utilizzate per questa tecnologia da Rai, Mediaset e La 7. Una strada su cui il gruppo intende proseguire, rafforzando la propria rete di controllo territoriale.
Quanto alla politica del dividendo che il gruppo assumera' dopo la quotazione, Falciai ha detto che verra' privilegiato "lo sviluppo aziendale piuttosto che la remunerazione degli azionisti", aggiungendo che "il tema del pay-out verra' affrontato nel medio termine". Mentre sulla possibilita' che l'attivita' di tower-operator presenti rischi, ha replicato che questi "possono essere piu' di mercato che industriali".
Una situazione che lascia tranquilla Dmt perche' "la gestione di una rete di torri per la trasmissione digitale terrestre e' un business tipicamente locale: chi vuole entrare in Italia lo deve fare attraverso partnership o attraverso operatori locali". "Siamo contendibili - ha concluso - ma ci difenderemo".