Confindustria, Carlo Bonomi eletto presidente all'unanimità
L'imprenditore del biomedicale presidente della holding Synopo prende il testimone da Vincenzo Boccia e sarà alla guida degli Industriali per il quadriennio da maggio 2020 a maggio 2024
Carlo Bonomi è il nuovo presidente di Confindustria. Lo ha eletto l'assemblea di via dell'Astronomia che, con il suo voto all'unanimità con una sola scheda nulla, ha concluso l'iter per la nomina del nuovo leader degli industriali dopo la designazione in Consiglio Generale ad aprile. Bonomi prende il posto di Vincenzo Boccia e sarà presidente da maggio 2020 a maggio 2024.
Bonomi dovrà affrontare la sfida storica di far ripartire un sistema produttivo soffocato dall'emergenza coronavirus, su una linea del fronte che impone oggi di tarare su nuove basi il confronto con il governo, come con i sindacati, rilanciando il peso della rappresentanza.
Designato il 16 aprile dal Consiglio Generale, quando ha vinto con 123 voti la sfida con Licia Mattioli che ne ha ottenuti 60, è il 20 maggio che Bonomi, imprenditore del biomedicale presidente della holding Synopo, lombardo (nato a Crema) classe 1966, è stato eletto presidente dall'assemblea di via dell'Astronomia.
Il voto all'unanimità, un segnale di compattezza che in questo momento conta (non accadeva da sette presidenze), 818 sì ed una scheda nulla, segna l'ultimo atto del lungo iter per la scelta del leader degli industriali. L'onda disastrosa dell'emergenza Covid-19 gli ha imposto di entrare in gioco prima ancora che si concludessero i riti confindustriali dell'elezione, dettando una nuova linea nel confronto con il governo sui decreti per l'emergenza. E lo ha fatto con un immediato risultato: lo stop all'Irap per l'acconto di giugno è il segnale che il messaggio lanciato dal nuovo leader degli industriali è arrivato chiaro all'esecutivo ed è stato recepito.
E' stato netto Bonomi in queste settimane, ha chiesto con incisività un cambio di strategia nel sostegno alle imprese: "Un intervento immediato e diretto piuttosto che interventi a pioggia che non servono a niente". Ed ha indicato una strada in tre mosse: taglio dell'Irap, pagare i debiti che la Pubblica Amministrazione ha con le imprese, sbloccare i cantieri per le opere pubbliche gia' finanziate. Nel suo intervento in assemblea a porte chiuse (l'assemblea pubblica e' rinviata a fine settembre) il neo-presidente di Confindustria è tornato a sottolineare preoccupazione per la nuova ondata di pregiudizio anti imprese, come anche l'invito al governo a non affossare Industria 4.0, e un messaggio ai sindacati: la necessità di nuove forme contrattuali. E nel Paese, ha sottolineato, servono riforme profonde, "cambiamenti radicali". E quello che molti osservatori si attendono da lui, ora, anche all'interno di via dell'Astronomia.
A guidare Assolombarda, la principale associazione territoriale di Confindustria, anche per peso politico, sale ora alla presidenza Alessandro Spada: era al fianco di Bonomi come vicepresidente vicario. La scelta presa in via Pantano, dettata da questa fase delicatissima per il mondo imprenditoriale, è stata quella di confermare l'attuale squadra di presidenza fino al termine del mandato nella primavera del 2021. Di Bonomi, Spada sottolinea la "certezza che saprà essere all'altezza della grande sfida che ha davanti. Un lavoro che richiede grande coraggio, determinazione e visione". E aggiunge: "In questa direzione proseguirà anche il mio lavoro. La strada da percorrere è già segnata. Lavoriamo tutti insieme per la ripartenza".
Vincenzo Boccia lascia in un momento ingrato, con il mondo delle imprese stravolto da quando accaduto negli ultimi mesi: resta presidente dell'Università degli industriali, la Luiss, e sara' il prossimo presidente dell'alleanza industriale del mediterraneo BusinessMed. In quattro anni di lavoro, impegnativi, ha ridisegnato un asse con i sindacati promuovendo il Patto della Fabbrica, ha dovuto riconquistare spazio su tavoli di confronto annullati da una politica che aveva tolto voce alle parti sociali, passando per l'Assise di Verona da dove settemila industriali hanno fatto sentire alla politica una voce compatta, a febbraio 2018 prima delle elezioni; Alla fine dello stesso anno la grande iniziativa per la crescita, a Torino, innescata dagli scontri politici sulla Tav.
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