Come dice il suo nome stesso la ritenzione idrica è il ristagno eccessivo di liquidi all’interno dei tessuti dell’organismo. È un problema diffusissimo soprattutto tra la popolazione femminile: si calcola che ne sia affetta quasi una donna su tre. Il disturbo può avere varie cause: a volte è segnale di patologie anche gravi, ma per lo più si accompagna al sovrappeso ed è legato a errori nell’alimentazione e nello stile di vita. Ripristinando alcune sane abitudini si può fare molto per risolvere il problema o almeno per attenuarlo in modo considerevole.
Quando il nostro organismo trattiene troppi liquidi, questi tendono ad accumularsi negli spazi interstiziali, ovvero tra cellula e cellula, causando uno stato di gonfiore: questo accade soprattutto quando le temperature sono più alte, ossia in estate, e colpisce soprattutto gli arti inferiori, specie se trascorriamo gran parte della nostra giornata in piedi da fermi. L’edema è accompagnato da un fastidioso senso di pesantezza e di affaticamento. Oltre che nelle gambe, i liquidi tendono a ristagnare nelle zone del corpo in cui si accumulano le riserve di grasso, come pancia, cosce e glutei. Un modo empirico ma attendibile per verificare se soffriamo del disturbo consiste nello schiacciare con energia il pollice sulla parte anteriore della coscia, mantenendo la pressione per qualche secondo: se resta il segno del dito, è molto probabile che sia presente un eccesso di liquidi.
Un’altra situazione in cui può verificarsi ritenzione idrica è durante i lunghi viaggi in auto e in aereo. Il fatto di rimanere seduti immobili per molte ore può provocare una contrattura dei muscoli delle gambe, con conseguente ritenzione dei liquidi. Durante un lungo volo il disturbo può essere reso più acuto dalla differenza di pressione che si verifica in cabina. Per questo, se è possibile, è importante alzarsi ogni tanto dal proprio posto e camminare per qualche minuto su e giù nel corridoio.
Le cause della ritenzione idrica sono numerose, alcune delle quali anche gravi: un disturbo pronunciato può avere origine da disfunzioni cardiache o renali, diabete, infiammazioni gravi e reazioni allergiche. Per fortuna, nella maggior parte dei casi, non è così e il ristagno idrico è riconducibile a cause meno temibili. Può dipendere, ad esempio, da ragioni ormonali, responsabili della frequente sensazione di gonfiore e disagio che interessa molte donne nei giorni che precedono il ciclo mestruale. Spesso è dovuto a un eccessivo consumo di sodio (il comune sale da cucina) o al cattivo funzionamento della circolazione venosa o dei vasi linfatici, i quali drenano i liquidi in eccesso con minore efficacia: quest’ultimo inconveniente è particolarmente frequente, come abbiamo detto sopra, nei mesi più caldi dell’anno. Ci sono poi alcuni farmaci, tra cui i cortisonici, alcuni antinfiammatori e gli estroprogestinici, che possono causare ritenzione idrica.
Il sovrappeso è un’altra causa importante, anche perché tende a innescare un circolo vizioso: se è vero che i liquidi in eccesso fanno aumentare il peso corporeo, è vero anche che il sovrappeso contribuisce a rallentare la diuresi favorendo ulteriormente la ritenzione, primo passo verso la comparsa della cellulite. Insomma, se l’ago della bilancia tende a impennarsi, è sbagliato dare la colpa alla ritenzione idrica (che influisce solo in modo marginale). Nel momento in cui ci mettiamo a dieta, non appena cominceremo ad attaccare il surplus di adipe, perderemo rapidamente anche i liquidi in eccesso.
Per curare la ritenzione idrica occorre perciò intervenire sulle cause che l’hanno provocata e imparare a vivere in modo più sano. Il primo passo è alimentarsi in modo sano e variato, privilegiando alcuni cibi dall’elevato potere drenante e diuretico: tra questi spiccano la frutta e la verdura, tra cui in particolare l’ananas, i mirtilli, l’anguria, i pomodori, la lattuga, gli asparagi, i cetrioli e le cipolle. L’alleato numero uno è l’acqua: consumare i canonici due litri al giorno è il miglior modo per drenare i liquidi in eccesso stimolando un’adeguata diuresi. In alternativa all’acqua si possono sfruttare le proprietà diuretiche di alcune erbe, come il dente di leone, l'ortica, la betulla o l'anice, da utilizzare in tisane e infusi. Ottimo anche il succo di limone (da consumare senza zucchero) e di mirtillo. È importante anche ridurre il più possibile l’apporto di sodio: questo sale, infatti, richiama altra acqua nei tessuti e peggiora il problema. Purtroppo è presente in moltissimi alimenti, come insaccati, formaggi e prodotti confezionati: leggiamo attentamente le etichette e cerchiamo per lo meno di non aggiungerne altro ai nostri piatti.
Lo sport può fare molto per migliorare la circolazione venosa e linfatica: tra le discipline più indicate ricordiamo la bicicletta, la camminata e la ginnastica in generale. Particolarmente utili sono anche le attività in acqua, in cui al lavoro muscolare si aggiunge il massaggio naturale prodotto dall’elemento liquido in cui siamo immersi: sono perfetti il nuoto, l’aquagym, l’hydrobyke. Se andiamo al mare sono ottime anche le passeggiate sul bagnasciuga, con l’acqua all’altezza dei polpacci. Molto utili anche i massaggi, da fare da sole a casa, con alcuni macchinari appositi o per mano di un massaggiatore esperto.