Rapito nel 1988 e ora adulto, il 34enne cinese Mao Yin ha potuto finalmente abbracciare i genitori dopo tre decenni dal suo rapimento. La polizia cinese ha usato l'incrocio dei dati e, per la prima volta, la tecnica del riconoscimento facciale che si è rivelata fondamentale per risolvere il caso.
La svolta è avvenuta quando la polizia ha ricevuto una segnalazione su un uomo della provincia del Sichuan, nel sud-ovest della Cina e quindi a circa 1.000 km da Xian, città in cui Mao era sparito, che aveva adottato un bambino anni prima. L’uomo adottato ora aveva 34 anni e un test del Dna, dopo le analisi delle foto con la simulazione di invecchiamento, ha confermato quello che ormai sembrava impossibile: si trattava proprio di Mao Yin, che intanto era stato ribattezzato Gu Ningning.
Li, la madre di Mao, aveva lasciato il lavoro e si era dedicata anima e corpo alle ricerche del figlio scomparso. Per anni ha distribuito volantini con le foto del bimbo e ha partecipato a diverse trasmissioni televisive. Grazie ai suoi sforzi ha aiutato altre ventinove famiglie nella sua stessa condizione a ritrovare i ragazzini sottratti. Nella sola Cina ci sono ancora 51mila genitori in attesa di poter riabbracciare i figli rapiti.