Ue, Conte sente Merkel e Macron: "Recovery Fund per risposta efficace"
I tre leader: "Serve un negoziato ambizioso". Gentiloni: "Verso un pacchetto da mille miliardi". Muro di cinque Paesi contrari
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha sentito la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente Emmanuel Macron per preparare il negoziato "sull'ambiziosa proposta del Recovery Fund quale componente fondamentale per una risposta economica europea tempestiva ed efficace alla sfida senza precedenti del Covid-19". Lo rende noto Palazzo Chigi. Il piano comune in attesa del prossimo vertice Ue a giugno.
Potrebbe essere una svolta per la solidarietà europea, ma anche restare un bel sogno nel cassetto. La proposta di Germania e Francia sul Recovery fund, 500 miliardi di euro da indirizzare verso i Paesi più colpiti dalla crisi, comincia il suo cammino controvento: la prima tappa è arrivare intatta al tavolo della Commissione Ue, per essere inclusa nella proposta che Ursula von der Leyen svelerà il 27 maggio. E poi dovrà raggiungere il tavolo dei leader Ue verso metà giugno, senza perdere i suoi elementi di massima attrazione per i Paesi del Sud, come i trasferimenti a fondi perduto per l'intero ammontare.
Il muro dei Paesi del Nord e dell'Austria Percorso tutt'altro che facile, visto che i cinque Paesi (Paesi Bassi, Danimarca, Austria, Svezia, Finlandia), che si oppongono ad aumenti del bilancio comune, per niente impressionati dagli sforzi negoziali di Merkel e Macron, hanno già annunciato battaglia. Dopo un Ecofin rimasto tiepido all'indomani della proposta che ha fatto cadere le resistenze di Berlino sulla condivisione dei debiti, il ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire, invita alla prudenza: "Saranno negoziati difficili, bisogna ancora conquistare la convinzione di altri Stati membri, in particolare quattro: Austria, Danimarca, Svezia e Paesi Bassi".
E' vero che il fronte del Sud, soddisfatto della proposta, ha guadagnato dalla sua parte un pezzo grosso come la Germania. Ma è altrettanto vero che il fronte dei frugali è più compatto che mai, proprio dopo la mossa franco-tedesca. "Ci rifiutiamo di finanziare prestiti non rimborsabili", per uscire dalla crisi "è necessario fare investimenti nel futuro, non coprire i costi dei debiti passati", ha detto il ministro delle Finanze austriaco Gernot Bluemel. Il ministro chiede anche "un impegno europeo per una maggiore disciplina di bilancio" dopo la crisi. Anche il collega danese, Nicolai Wammen, ricomincia a piantare i paletti: "Per quanto riguarda il debito in comune con trasferimenti tra Paesi, c'è una posizione ben conosciuta della Danimarca e non e' cambiata con la proposta franco-tedesca". Wammen ha spiegato che il suo governo lavora "con Austria, Svezia e Olanda per avere un bilancio che non sia troppo ampio, perche' ci serve denaro anche a livello nazionale".
Proposta sul tavolo della Commissione Ue Per ora la proposta di Merkel e Macron, rivoluzionaria per un'Europa che non aveva mai esplicitamente previsto un'emissione di debiti comuni per finanziare in modo asimmetrico gli Stati, è finita sulla scrivania della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, sulla carta l'unica incaricata dai leader di preparare una proposta sul piano di rilancio dell'economia che bilanci le diverse anime dell'Europa. Difficilmente, quindi, la proposta del 27 maggio ricalcherà in tutto quella franco-tedesca.
Gentiloni: "Verso un Recovery Fund da mille miliardi" - Secondo il commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni "la trattativa si farà sulla proposta della Commissione, che avremo la settimana prossima. Non credo però si possa sottovalutare che un Paese come la Germania accetti l'idea di 500 miliardi di sovvenzioni attraverso un prestito che la Commissione cercherà sui mercati. Una svolta senza precedenti". Il fondo per la ripresa, ha aggiunto, "sarà un mix tra sovvenzioni, crediti agevolati e prestiti di lunga durata. E alla fine non saremo molto lontani dalle cifre di cui abbiamo parlato, attorno al migliaio di miliardi".
Di Maio: "Senza l'Italia l'Ue cade" "In Ue ci sono ancora Paesi arroccati sui loro ramoscelli, ma devono capire che l'Europa non può fare a meno dell'Italia. Perché se si spezza il tronco di un albero, cadono anche i rami. E non si salva nessuno". Lo ha detto Luigi Di Maio dopo la proposta Merkel-Macron di un Recovery Fund da 500 miliardi di euro. Il ministro degli Esteri ha poi aggiunto che "in questa trattativa dobbiamo ottenere più soldi possibili per aiutare gli italiani".
In attesa di vedere la base di partenza del negoziato, cioè la proposta della Commissione, l'Ue cerca di chiudere sugli altri strumenti. E' definitivo il via libera a Sure, il meccanismo che aiuterà la cassa integrazione, mentre sulle garanzie Bei alle imprese ancora non si trova un accordo, che dovrebbe arrivare non oltre il primo giugno.
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