Le parole della crisi

Patrimoniale: cos’è, quali beni colpisce e la nuova ipotesi causa Coronavirus

Il crescente livello di indebitamento pubblico e l’aggravamento delle finanze pubbliche in Italia hanno rievocato l’idea di un possibile prelievo di capitale come misura eccezionale per affrontare le difficoltà economiche. E la tentazione di attingere all'ingente risparmio degli italiani è sempre più forte anche da parte del Governo

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L'ipotesi di una patrimoniale causa pandemia è stata fatta da più parti per coprire, almeno in parte, i debiti straordinari che il nostro Paese sta facendo per coprire le spese sanitarie e le misure di sostegno al sistema economico. L'argomento ha fatto capolino anche nell'ultima conferenza stampa del premier Giuseppe Conte che in passato l'aveva esclusa categoricamente ma adesso usa parole ben più caute: "Siamo tutti consapevoli che in Italia c'è un grande risparmio privato, e sicuramente questa è una delle ragioni di forza della nostra economia. Ci sono tanti progetti, vedremo a tempo debito". Il preambolo necessario a una tassazione proprio sui patrimoni. Ma di cosa si parla quando si fa riferimento, appunto, alla famigerata patrimoniale?

Una prima definizione - L’imposta patrimoniale è una modalità di prelievo che grava su una parte di ricchezza accumulata nel corso del tempo da persone sia fisiche sia giuridiche. Può colpire beni mobili, come per esempio denaro, azioni e obbligazioni, oppure immobili, nel caso di abitazioni, proprietà e terreni. Viene definita reale quando è diretta a una singola componente della ricchezza di un soggetto. È soggettiva quando pesa sulla ricchezza complessiva, sia mobiliare che immobiliare, ma in Italia – a differenza di altri Paesi – non esiste questa modalità. Si parla di imposta e non di tassa perché non serve a finanziare un servizio direttamente ricevuto, ma servizi che lo Stato o gli enti pubblici corrispondono nel tempo alla collettività.

Come può essere attuata - Esistono diverse tipologie di patrimoniali. È fissa quando viene versata indistintamente da tutti i contribuenti per lo stesso importo, oppure è variabile se la percentuale viene calcolata in base al valore del patrimonio di ciascun contribuente. L’imposta può essere ordinaria, con cadenza regolare, oppure straordinaria, cioè applicata in casi eccezionali e senza periodicità.

I nuovi debiti dell'Italia - Per finanziare il maggiore deficit atteso per questo anno a causa dell'emergenza Covid-19, l’Italia avrà bisogno di oltre 100 miliardi di euro. Una cifra elevata per un Paese già altamente indebitato e che al momento ha all’attivo circa 10mila miliardi di euro di ricchezza accumulata, in forma di fabbricati, terreni, investimenti finanziari, risparmi liquidi e altri beni (vale a dire 5 volte il Pil del 2019, pari a 1.787,7 miliardi di euro). Quando una nazione si trova in una situazione di emergenza e c’è bisogno urgente di liquidità, è molto probabile che lo stato patrimoniale venga colpito. La crisi economica conseguente a quella sanitaria indotta dal Coronavirus ha portato la classe politica italiana a discutere sulla possibilità di costituire una patrimoniale.

La proposta del Pd - Il Partito democratico aveva già proposto alla Camera dei Deputati la Covid Tax, un’imposta patrimoniale che avrebbe preso la forma di un “contributo di solidarietà” per gli anni 2020 e 2021 “a carico dei redditi più elevati, da destinare a tutti coloro che versano in situazioni di povertà a causa della crisi o in situazioni di grave difficoltà per la perdita completa del reddito, come i giovani lavoratori autonomi”. Il prelievo proposteo doveva gravare sui cittadini con un reddito annuale superiore agli 80mila euro e avrebbe inciso sulla parte eccedente di tale soglia. Secondo le previsioni, il rendimento sarebbe stato di 1 miliardo e 300 milioni di euro annui. La proposta prevedeva che “la somma versata, rispettando i criteri di progressività sanciti dalla nostra Costituzione, sarebbe stata deducibile e sarebbe partita da alcune centinaia di euro per le soglie più basse fino ad arrivare ad alcune decine di migliaia di euro per i redditi superiori al milione”.

Le reazioni - L’ex presidente della Camera, Pierferdinando Casini, si è pronunciato favorevole a richiederla a chi ha di più per far fronte alle difficoltà del momento. È dello stesso pensiero la senatrice del Movimenti 5 Stelle, Paola Nugnes, che ha difeso questa tipologia di imposta, partendo dal presupposto che le società capitaliste sarebbero ingiuste e produrrebbero molteplici “scarti”, tra cui umani. Pronta la replica di Forza Italia, attraverso le parole del vicepresidente Antonio Tajani su Twitter: "La patrimoniale è inaccettabile. Ci opporremo con tutte le nostre forze ad ogni tentativo di mettere le mani nelle tasche e nei conti degli italiani. Il governo deve dare non togliere ai cittadini. Non c'è bisogno di un nuovo sceriffo di Nottingham". Sulla stessa linea del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi: ​“Ne penso malissimo: sarebbe un disastro", ha commentato. "Come sempre la sinistra sa proporre solo nuove tasse, che sono esattamente il contrario di quello di cui oggi il paese ha bisogno".  Mentre il numero uno della Lega Matteo Salvini l'ha liquidata come "follia generalizzata".

L'orientamento del Governo - In un primo momento la discussione su una ipotetica patrimoniale "pandemica" il premier Giuseppe Conte si era detto contrario a tale scenario. In una recente intervista a Massimo Giannini, neo direttore de "La Stampa", aveva dichiarato: "Escludo una patrimoniale. Il nostro debito rimane sostenibile, nel quadro di un risparmio privato molto cospicuo e di una resilienza particolarmente spiccata del nostro intero sistema economico". Poi però sono arrivate le sue parole pronunciate durante conferenza stampa di sabato 16 maggio: "In Italia c'è un grande risparmio privato". Se non possiamo parlare di voltafaccia dell'esecutivo su tale tema, è certo che l'idea non è nemmeno del tutto accantonata.

Articolo realizzato in collaborazione con il master biennale in giornalismo della IULM, contenuto a cura di Alessia Conzonato.