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Coronavirus, lo sfogo di un ristoratore di Milano: "Si muore anche di burocrazia"

A “Mattino Cinque” parla Vittorio Gucci, proprietario di un locale sui Navigli: "Hanno terrorizzato tutti: non c’è nessuno in giro, l'asporto non va"

Bollette da pagare, affitto, regole anti coronavirus da seguire e nuove spese da affrontare. Così i ristoratori sono in ginocchio e non sanno come riaprire. Uno di questi è Vittorio Gucci, proprietario di un ristorante in zona Navigli a Milano, che a “Mattino Cinque” sfoga tutta la sua frustrazione: “Su 48, 50 posti a sedere ne riesco a mettere otto o dieci. Siamo rovinati”.

Mentre i suoi dipendenti sono in cassa integrazione, il proprietario non sa proprio come fare: “Non si muore solo di coronavirus, ma anche di burocrazia. Per riaprire bisogna spendere dei soldi, ma chi ce li dà?”. Sulle regole in atto e quelle che dovrebbero venire il ristoratore è molto critico: “L’asporto non funziona: hanno terrorizzato tutti. Non esce nessuno. Riaprire? Ma non si sa come”. “Noi siamo quelli che pagando le tasse permettono di dare il reddito di cittadinanza. Lo Stato deve darci una mano”, conclude amareggiato Vittorio Gucci.

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