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"Milano chiama", Eugenio Finardi esorcizza il coronavirus con la carica rock

Registrato durante la quarantena, il brano è disponibile su tutte le piattaforme streaming. Il cantautore lo ha raccontato a Tgcom24

Ufficio stampa

Energia, rabbia e poesia sono i tratti salienti della carriera di Eugenio Finardi, da più di quarant'anni guru della canzone d'autore indipendente italiana. Il cantautore pubblica il 15 maggio il nuovo brano "Milano chiama", un canto di battaglia e di speranza nato durante il lungo periodo di pausa forzata che lo ha costretto a confrontarsi con l’emergenza dovuta alla pandemia mondiale da Covid-19. Il nuovo singolo rappresenta "l’esortazione a ripartire con ancora più forza e lottare perché tutto non sia mai più come prima", come ha raccontato a Tgcom24.

Raccontaci come e quando è nata l'idea per il brano

Era la prima settimana di marzo e “Giuvazza” (Giovanni Maggiore, mio chitarrista, coautore e produttore) stava provando la chitarra che gli avevo appena finito di costruire, percuotendola con pennate secche in un riff che mi ricordò subito le sonorità sfacciate e ribelli dei Clash. Nel contempo eravamo in vivavoce con il mio agente Andrea Pintaldi a Pachino in Sicilia. Sgorgò spontaneo: “Milano chiama e Pachino risponde!”. In poche ore abbiamo registrato basso, sintetizzatori, altre chitarre, ma per registrare la voce volevamo usare un microfono di alta qualità che stava a Torino. Venerdì sera Giuvazza partì... Domenica 8 marzo calò la quarantena.

E' casuale pensare a un riferimento al titolo dei Clash ("London calling") con cui potrebbe esserci un filo rosso tra il raccontare la paura del momento storico e una certa cappa nera sulle rispettive città?

Certamente! Con i Clash ho sempre sentito una sintonia di modi e di intenti, quel filo rosso di cui parli. Però la cosa paradossale è che non sento una cappa plumbea ma piuttosto una specie di rivincita della natura, del silenzio, della quiete riflessiva, dei cieli tersi.

Ufficio stampa

"Milano Chiama" è un implicito invito a cambiare qualcosa prima che sia troppo tardi. Che cosa, per te?

Credo che questo virus sia un evento senza precedenti, che coinvolge tutto il pianeta contemporaneamente e segnerà un netto “prima e dopo”. Se poi lo mettiamo in relazione con i cambiamenti climatici, l’inevitabile crisi economica e la spaventosa sovrappopolazione, credo che vada ripensato il nostro modello di sviluppo che prevede una continua crescita. Eravamo arrivati e livelli parossistici, nei grandi eventi, nella finanza, nelle diseguaglianze.



In questo periodo hai lavorato ad altro nuovo materiale? Sono previste novità a breve?

"Milano Chiama" è anche un esperimento personale: credo che l’idea dell’lp sia ormai superata, tutto è più veloce, istantaneo. Sto scrivendo e man mano che si completano le composizioni mi piacerebbe pubblicarle, così, appena sfornate. E magari raccoglierle dopo un po’ in un album, da sfogliare per ricordare un periodo.

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