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Coronavirus, direttore Malattie Infettive San Matteo su cura col plasma: "I guariti donino sangue subito"

A "Mattino Cinque" l'appello del dott. Raffaele Bruno: "I rischi sono quelli legati a qualsiasi trasfusione"

La cura con il plasma iperimmune per i malati di coronavirus è sotto i riflettori di tutto il mondo. Il Policlinico San Matteo di Pavia, insieme all’ospedale Carlo Poma di Mantova, ha dato il via ad una sperimentazione del trattamento su alcuni pazienti. I primi risultati fanno ben sperare ma il direttore di Malattie Infettive Raffaele Bruno a “Mattino Cinque” specifica: “E’ uno studio pilota che testa un’idea. L’annuncio che abbiamo fatto voleva sensibilizzare le persone a donare perché una volta prodotti gli anticorpi neutralizzanti, questi calano in poco tempo. Quindi se si fa il prelievo ad una persona guarita da tre mesi, non serve più".

Poi il dottore continua: "Diventa fondamentale avere questo plasma in caso di necessità e anche se non avessimo aver bisogno del plasma iperimmune potremo sempre utilizzarlo come normalmente si fa per le trasfusioni”. Sul divulgare i dettagli delle persone che sono state sottoposte alla terapia, il dott. Bruno ha anche una critica da rivolgere ai suoi colleghi: “Sono contento se evitate di raccontare nei dettagli lo studio. Prima pubblichiamo, non è detto che ci accettino”.

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