Eclipse Eyewear è il brand di occhialeria luxury che trae spunto dall’eclissi lunare, quel magico momento in cui gli opposti si incontrano, luce e ombra si fondono, sino a far svanire i rispettivi contorni, per dare vita ad una forma perfetta.
Un progetto volto a celebrare tutti i meravigliosi contrasti del fascino femminile: luce e oscurità, sensibilità e forza, semplicità e complessità.
L’idea nasce nel 2015, dall’impulso creativo di Anna Affede, a Milano, la capitale mondiale delle tendenze. La produzione è localizzata a Valdobbiadene, in Veneto, territorio storicamente conosciuto per la fabbricazione artigianale di occhiali. Le collezioni Eclipse Eyewear sono ideate e realizzate per esaltare la femminilità della donna contemporanea, attraverso l’innesto di geometrie e volumi che, combinati insieme, creano un prodotto dal design sofisticato, proposto in differenti nuances glamour. I colori delle montature variano dal nero all’oro, passando per le tonalità del rosa e dell’ocra, fino ad arrivare ai toni più accesi dei blu e dei verdi, sono realizzati unicamente per Eclipse Eyewear e contribuiscono a garantire l’esclusività di un prodotto artigianale di lusso.
Gli occhiali sono assemblati con lenti in CR o Nylon e sono disponibili sia nel segmento sole che vista. Le montature sono realizzate in lastre di acetato Mazzucchelli 1849, un acetato combinato al metallo ottone o in metallo zama.
Il brand rivolge particolare attenzione all’ambiente, partendo dalla produzione totalmente Made in Italy, a cui si affianca un progetto di packaging ecosostenibile, realizzato in un laboratorio-museo marchigiano, che opera con telai antichi.
La donna Eclipse Eyewear è l’emblema della dualità, contemporanea e intraprendente, ma anche ricercata e leziosa. Queste due personalità coesistenti trovano concreta espressione nei diversi modelli della collezione, alla base della quale si pone però un’unica anima, forte e decisa.
Chi è Anna Affede? Quali sono le tue origini e qual è stato il tuo percorso di formazione?
Ho 39 anni e sono di origine marchigiana. Dopo gli studi classici, mi sono laureata all’Accademia di Belle Arti in Conservazione dei Beni Culturali; in quegli anni ho appreso ed esercitato tecniche di restauro di dipinti e manufatti lignei, la mia passione fin da piccola.
Come riassumeresti le tappe principali della tua carriera?
Nel 2006, durante gli studi per la tesi di laurea in museologia, mi sono trasferita a Milano dove ho iniziato una collaborazione con la Gam, presso Villa Reale di via Palestro. Lì per anni mi sono dedicata a svariate attività culturali legate alla conservazione del patrimonio artistico della villa, alla ricerca e alle pubblicazioni, ma anche all’organizzazione e alla promozione di eventi culturali, specialmente riferiti alla musica classica e alla letteratura dell’800 lombardo. Nel 2011 ha avuto inizio la collaborazione con mio marito sul progetto eyewear di Marni, che mi ha impegnata per cinque anni. Ero responsabile di licenza, lavoravo fra ufficio stile e produzione. Un’esperienza indimenticabile, che porto ancora oggi nel cuore.
Nell’ottobre 2015, a Milano, ho presentato la prima capsule collection di occhiali da sole Eclipse.
Nel frattempo sono diventata responsabile delle produzioni Eyewear di Iceberg e collaboravo con il team di N21 di Alessandro dell’Acqua: una sfida entusiasmante, nell’ambito di un team giovane, fresco e molto ispirato, con il quale ho realizzato delle montature che hanno calcato poi la passerella. Nel 2016 sono stata contattata da Marianna Rosati per una collaborazione con Drome, che dura tuttora: mi occupo dello sviluppo e della realizzazione degli occhiali per le sfilate. Mentre il progetto di Eclipse si strutturava negli anni, con circa cento clienti principalmente tra Stati Uniti e Italia, a fine 2018 ho fondato la mia azienda, la Code Milano, incentrata sul design e lo sviluppo di occhiali e accessori e sul commercio di brand eyewear indipendenti. Quest’anno ho lanciato la capsule collection Eclipse di alta bigiotteria: il progetto, totalmente Made in Italy in quanto realizzato a Bergamo, ha da subito riscosso un discreto successo.
Da dove deriva la tua passione per la moda? Come mai proprio gli occhiali?
La passione per la moda è sempre stata dentro di me, fin da bambina. Ad essa si accompagnano una spiccata curiosità e un radicato interesse per gli atti artistici e quelli artigianali, per il pensiero creativo, per il prodotto, ma anche per gli strumenti e le tecniche utilizzati per la sua realizzazione. L’approdo agli occhiali è arrivato da sé, dalla voglia di collaborare ad un progetto con mio marito, che già si muoveva nel settore. Me ne sono appassionata subito, a partire dalle prime esperienze.
Cosa porti con te, nel tuo bagaglio umano e professionale, delle esperienze maturate presso importanti firme della moda?
Sono state tutte esperienze importanti presso grandi aziende che hanno contribuito, in modi e misure diverse, a rendere il Made in Italy un’eccellenza nel mondo. L’esperienza che però ho amato in modo particolare e che mi ha segnata profondamente è stata quella con Marni, all’epoca proprietà unica della famiglia Castiglioni. Al di là di quello che ho imparato concretamente e che ho assorbito occupandomi della realizzazione del prodotto, porto con me l’ammirazione per un modello che mi piacerebbe poter replicare anche nel mio piccolo; parlo dell’impronta che Marni ha saputo attribuire al brand, della forte coerenza e del coraggio di non guardare sempre e soltanto al profitto. Conservo un ricordo speciale non solo dei pezzi straordinari, ispirati ad una poetica estetica elevatissima, ma anche dell’atmosfera che si respirava nei luoghi di lavoro e dell’armonia tra le persone. La collaborazione con Drome, inoltre, mi sta davvero restituendo molto; nutro una profondissima stima sia verso Marianna, la direttrice creativa del marchio, per il suo talento e le sue creazioni, sia verso tutto l’impegno dell’azienda e delle persone che ne costituiscono la linfa vitale.
Quando e com’è nato il tuo brand Eclipse? Come mai la scelta di questo nome?
Ho iniziato a dedicarmi al progetto Eclipse alla fine del 2013 e, nel 2015, a partire da un’esigenza creativa, è uscita la prima capsule collection di occhiali da sole. Dopo aver a lungo lavorato a idee di altri come coordinatrice tra stile e produzioni, avevo voglia di realizzare qualcosa di mio, esprimendo la mia personale visione estetica. La scelta del nome è derivata dalla decisione di realizzare un prodotto ispirato e dedicato alle donne: ho pensato a qualcosa che simbolicamente racchiudesse in un’immagine la complessità e il fascino dell’universo femminile ed ho scelto l’eclissi di sole, un episodio raro e transitorio, da sempre carico di mistero e di magia, il momento in cui gli opposti coesistono, giorno e notte, sole e luna, luce e tenebra…
Quali sono le cifre stilistiche delle tue collezioni?
Le mie creazioni sono iper-femminili. Lavoro molto sui volumi e sulle linee, cerco di non lasciare nulla al caso, desidero che ogni dettaglio esprima il pensiero che si pone alla sua origine. Incastono elementi in metallo, sommo e sottraggo colore, aggiungo e scavo materia, in un’ottica di sperimentazione. Mi piace esaltare i contrasti fra le forme, accostare superfici ruvide e lisce, il nero e le tonalità più accese: lo stesso modello declinato in nero oppure in sabbiato e in rosa lucido produce un effetto completamente diverso. Esiste inoltre un file rouge che accompagna tutte le collezioni: inserisco sempre l’elemento del nero, dell’oro e del rosa, anche sul packaging e sui bijoux, e una firma preziosa su ogni occhiale: l’immagine dell’eclissi, realizzata su un dischetto in metallo nero e oro, applicata a mano in fondo alle aste, sulla parte che poggia dietro l’orecchio.
Com’è la donna Eclipse? A quale figura femminile ti rivolgi?
La donna Eclipse, come tutte le donne, è una figura complessa, romantica e energica allo stesso tempo, dolce e trasgressiva, impulsiva e cauta, lunatica e riflessiva. Ricercata e consapevole nell’acquisto, ama distinguersi, apprezza la differenza, desidera esaltare la propria femminilità.
I tuoi occhiali vengono realizzati a Valdobbiadene, in Veneto, territorio tradizionalmente noto per la produzione di occhiali. Che importanza assume per te l’artigianalità Made in Italy?
La scelta del produttore è fondamentale per un marchio. Un prodotto di design, articolato e complesso come il mio, oltre a manualità ed abilità specifiche, richiede tempo. Prevede molte lavorazioni, impiego e gestione di svariati materiali, sviluppo di disegni, forme e attrezzature nuove; necessita inoltre che diversi passaggi siano eseguiti ancora a mano. Così ogni montatura è unica, diversa dalle altre. Questo fa sì che non sia possibile ricorrere ai processi industriali delle grandi aziende, a stampi e a materiali iniettati. I miei occhiali richiedono tempi lunghi e costi troppo elevati per il business model delle grandi realtà. Solo le piccole aziende artigiane hanno la conoscenza, le capacità e la passione per cimentarsi in queste imprese. Lavoro ormai da anni con le stesse persone, che hanno la sensibilità di comprendere i miei input e di tradurli sul prodotto; il rapporto umano con loro s’intreccia con quello lavorativo, ci confrontiamo serenamente sulle idee e, a fine riunione, ceniamo insieme con le rispettive famiglie.
Nell’ambito del progetto Eclipse la sostenibilità riveste un ruolo importante. In che senso?
Sono molto sensibile al tema dell’ambiente e della sostenibilità. Purtroppo attualmente, nonostante siano stati fatti innumerevoli tentativi, non esistono materiali e componenti davvero ecologici utilizzabili per la produzione delle montature degli occhiali. La realizzazione delle mie collezioni è però sostenibile nella scelta, a monte, di creare un prodotto di design il cui valore rimanga immutato nel tempo. Poche uscite durante l’anno, realizzate in maniera artigianale, in piccole tirature, attraverso tecniche che prevedono ancora molti passaggi a mano. Un prodotto di qualità che può contare su una scrupolosa assistenza nel post-vendita, in modo da garantirne ancor di più la durevolezza. Quest’anno, inoltre, ho iniziato a lavorare ad un progetto finalizzato alla conversione del packaging: insieme ad un laboratorio museo nelle Marche, ho sviluppato degli astucci per gli occhiali, intessuti a mano su telai antichi. Cosa non meno importante, infine, mi assicuro di collaborare con aziende produttrici che seguano determinati protocolli e standard a tutela della salute e della sicurezza non solo del consumatore e dell’ambiente, ma anche dei propri dipendenti. Reputo che questa sia una buona norma per un’etica del lavoro in generale, oltre che per la preservazione del nostro ambiente.
Chi è Anna Affede nella vita privata? Interessi e passioni nel tempo libero?
Sono una mattiniera, mi piace alzarmi presto, godermi la luce e i colori del giardino, e poi sfruttare appieno l’intera giornata: non amo perdere tempo, sono una persona curiosa, che ama lavorare, sperimentare e mettersi alla prova. Sono perennemente dibattuta fra due anime: da un lato la vita frenetica, la tentazione di approfittare in maniera bulimica di tutto quello che le grandi metropoli e la globalizzazione ci offrono, dall’altro la voglia e il bisogno umano di una vita più lenta, una dimensione più raccolta, a contatto con la natura. Nel tempo libero spesso approfitto per andare fuori città, rilassarmi e rigenerarmi, perché i ritmi del lavoro sono sempre più stressanti e mi portano a viaggiare molto. Cerco quindi anche la solitudine, cucino, mi dedico al giardinaggio, amo fare lunghissime passeggiate in campagna, al lago o a visitare piccoli borghi. Le giornate a contatto con la natura sono un prezioso momento detox. A Milano, invece, sono molto attiva, mi piace tenermi aggiornata, faccio ricerca di oggetti di design, visito mostre, dimore storiche…
Spesso vado a Villa Necchi Campigli, che a Milano che è diventata il mio posto del cuore, mentre un appuntamento fisso ormai è quello col mercato dell’antiquariato sui Navigli, l’ultima domenica di ogni mese: vado la mattina presto, cerco oggetti, libri, cose antiche…poi mi fermo per il brunch fino a pomeriggio inoltrato. Mi piacciono la musica e i concerti, sto approfittando di questo periodo particolare per imparare cose nuove, come ad esempio suonare il pianoforte che mi ha regalato un amico.
Cosa sogni per il tuo futuro? E per quello del tuo brand?
Per il mio futuro sogno un mondo che scorra più lentamente, che ci consenta di avere più tempo da dedicare alla ricerca, alla riflessione, ai momenti creativi e ai rapporti umani, con un occhio più attento alle scelte responsabili. La questione ambientale rimarrà al centro delle mie riflessioni. Per il mio brand e per la mia azienda, in generale, mi auguro di trovare altre realtà artigiane eccellenti con le quali condividere valori e nuovi progetti, da portare avanti sempre con passione, guidati dalla voglia di migliorare ogni giorno, come prodotto e come persone.