LA FOLLE NOTTE NELLA MOVIDA

Coronavirus, un solo "untore" fa chiudere di nuovo la Corea del Sud

Locali della capitale di nuovo serrati e rinvio dell'apertura scuole. Tutta colpa della folle notte di un infetto nei luoghi della movida

La Corea del Sud è stato tra i Paesi presi ad esempio nella lotta al coronavirus. Il lockdown immediato e la tecnologia di tracciamento hanno permesso di contenere l'epidemia in tempi record. Eppure tutti questi sforzi sembrano essere messi a repentaglio per colpa di una sola persona: un uomo di 29 anni che il 1° maggio ha folleggiato nei locali della movida di Itaewon. Era infetto e ha contagiato almeno 80 persone ma si teme che il bilancio sarà più grave.

Il picco di contagi registrato dalla Corea del Sud negli ultimi giorni sembrano essere tutti riconducibili a quel 29enne. Nel weekend del primo maggio l'untore ha passato le serate in almeno cinque locali e diversi bar della zona della movida di Seul. Per ora sono circa 80 le persone risultate positive e tutte entrate in contatto con lui. Da qui la decisione di tornare a chiudere bar e locali. E il timore della popolazione di ritrovarsi di nuovo in "Fase 1". Ecco perché le immagini dei Navigli di Milano pieni di gente hanno fatto preoccupare non poco i nostri scienziati.

A rischio oltre 7mila persone - "Non dobbiamo mai abbassare la guardia per quanto riguarda la prevenzione delle epidemie", ha detto il premier Moon Jae-in, "abbiamo la consapevolezza che anche durante la fase di stabilizzazione, situazioni simili possono ripresentarsi, sempre e ovunque in uno spazio chiuso e affollati". E infatti il rischio è che siano molte di più le persone infette. Grazie alla tecnologia si è scoperto che nel tragitto compiuto dal 29enne quel weekend almeno 7.200 persone sono entrate in contatto con lui. 

Rinviata l'apertura delle scuole - La ripartenza dopo la fase di lockdown non era affatto scontata. Per evitare però di tornare alla chiusura totale, il governo he deciso di posticipare almeno di una settimana la riapertura delle scuole che era prevista per mercoledì. Questo in attesa di sapere i nuovi dati epidemiologici: se saranno brutti, nuove chiusure saranno necessarie.