L'edizione 2020 dei David di Donatello è stata senza dubbio più unica che rara: un solitario Carlo Conti a condurre, le statuette in bella mostra nello studio di via Teulada a Roma e i protagonisti in collegamento da casa. A trionfare è stato "Il Traditore" di Marco Bellocchio, premiato come Miglior film e che mette in bacheca anche il Miglior attore protagonista, andato a Pierfrancesco Favino. Miglior attrice protagonista è Jasmine Trinca.
"Il Traditore", che narra le vicende di Tommaso Buscetta, mafioso e successivamente collaboratore di giustizia, si aggiudica ben sei premi su 18 nomination (film, regia, attore protagonista, attore non protagonista, sceneggiatura originale e montaggio). Cinque riconoscimenti vanno invece al "Pinocchio" di Matteo Garrone (scenografia, costumi, effetti visivi, trucco e acconciature). Tre per "Il Primo Re" di Matteo Rovere (fotografia, montaggio sonoro, produzione).
Per "La dea fortuna" di Ferzan Ozpetek due statuette: quella andata a Jasmine Trinca come Migliore attrice protagonista e il premio al Produttore. Tra gli altri riconoscimenti figurano quello tributato a Valeria Golino come Miglior attrice non protagonista per "5 è il numero perfetto" di Igort.
Nella giornata che sembra aprire uno spiraglio alla riapertura di cinema e teatri, l'edizione dei David tributa il suo omaggio ai "alle oltre 200mila persone che lavorano nel mondo del cinema, alle associazioni che stanno lavorando alla ripartenza, a quegli schermi ora spenti ma che presto si riaccenderanno". E contemporaneamente guarda al passato, ricordando due grandissimi del nostro cinema come Alberto Sordi e Federico Fellini e assegnando il Premio alla Carriera alla quasi centenaria Franca Valeri.
Una serata sempre nel segno di un cinema che non vuole morire, ma anzi vuole riaprire al più presto con tanto di messaggio da parte del ministro Dario Franceschini, il quale garantisce un suo impegno "24 ore al giorno" e ricorda i molti ammortizzatori sociali dedicati a tutte le maestranze. Riapertura? "Lo decide il comitato tecnico scientifico, ci sarà un incontro lunedì. Per ora nella prossima estate contiamo su arene, piazze grandi e dove è più facile gestire la sicurezza e il distanziamento".
La cerimonia degli "Oscar italiani", nonostante alcuni impacci nei collegamenti da remoto, si è rivelata per niente ingessata, vissuta dai candidati in casa con i familiari che spesso hanno fatto irruzione nello schermo. Come è capitato ad esempio con la figlia di Jasmine e i figli di Lo Cascio. Tutto è partito con la lettera del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Piera Detassis, presidente dell'Accademia del Cinema, in cui si augura che il nostro Paese "dopo la drammatica epidemia" sia capace di recuperare ispirazioni e di "tornare a sognare e a far sognare".
La frase cult di questa singolare serata è stata quella di Favino, che ha raccontato come una signora complimentandosi con lui per strada gli abbia detto: "Torni presto a trovarci". Frase fatta sua anche dalla Detassis come un augurio per il cinema.