"Per garantire un'applicazione uniforme del diritto dell'Unione, solo la Corte di giustizia Ue è competente a constatare che un atto di un'istituzione dell'Unione è contrario al diritto dell'Unione". E' quanto ricorda la Corte Ue dopo la sentenza della Corte costituzionale tedesca sull'operato della Bce, aggiungendo che "una sentenza pronunciata da questa Corte vincola il giudice nazionale per la soluzione della controversia dinanzi ad esso pendente".
Circostanze eccezionali - La nota è stata diffusa dalla direzione della comunicazione della Corte di giustizia Ue "in risposta alle numerose domande che le sono state poste dopo la sentenza emessa dalla Corte costituzionale tedesca del 5 maggio 2020 sul programma PSPP della Banca centrale europea". Nel comunicato, dopo aver ricordato che "i servizi dell'istituzione non commentano mai una sentenza di un organo giurisdizionale nazionale" ed aver messo così in rilievo l'eccezionalità delle circostanze, si precisa che "in linea generale, in base a una giurisprudenza consolidata della Corte di giustizia, una sentenza pronunciata in via pregiudiziale da questa Corte vincola il giudice nazionale per la soluzione della controversia dinanzi ad esso pendente".
"Contrario al diritto dell'Unione" - "Per garantire un'applicazione uniforme del diritto dell'Unione - si legge ancora nella nota - solo la Corte di giustizia, istituita a tal fine dagli Stati membri, è competente a constatare che un atto di un'istituzione dell'Unione è contrario al diritto dell'Unione. Eventuali divergenze tra i giudici degli Stati membri in merito alla validità di atti del genere potrebbero compromettere infatti l'unità dell'ordinamento giuridico dell'Unione e pregiudicare la certezza del diritto".
No ad altre note - "Al pari di altre autorità degli Stati membri - rileva ancora la Corte - i giudici nazionali sono obbligati a garantire la piena efficacia del diritto dell'Unione; solo in questo modo può essere garantita l'uguaglianza degli Stati membri nell'Unione da essi creata". La Corte, conclude la nota, "si asterrà da qualsiasi altra comunicazione a questo proposito".
Lagarde: "Risposta di bilancio comune" - In ogni caso, per l'Europa "è altamente desiderabile" una risposta di bilancio comune, che impedirebbe di lasciare sulle spalle dei singoli Paesi una risposta alla crisi innescata dal Covid-19 che rischia di costare il 10% del Pil dell'Eurozona con emissioni di debito comprese fra 1.000 e 1.500 miliardi di euro. E' questo il punto di vista di Christine Lagarde, presidente della Bce, intervenuta allo State of the Union dello European University Institute.
Risposte alla crisi - Ciascun Paese dell'Eurozona "deve poter rispondere come necessario" allo shock economico posto dalla pandemia, "altrimenti rischiamo di ampliare le asimmetrie e di uscire dalla crisi con una divergenza economica ancora più ampia", ha aggiunto la Lagarde.
Gentiloni: "Primato della giurisdizione europea" - La sentenza dei costituzionalisti tedeschi "non credo avrà un impatto significativo sulle politiche monetarie": parola del commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni. "La Commissione affermerà con molta forza questi due principi: il primo è il primato della giurisdizione europea, il secondo è l'indipendenza della Bce", ha spiegato.