Con la fase 2 si torna al lavoro e negli uffici, come in altre sedi, si combatte il coronavirus che si annida sulle superfici e lì persiste a seconda del materiale (sulla plastica per 72 ore, sull’acciaio inossidabile fino a 48 ore e sul cartone fino a 24). Per la sicurezza sul lavoro, quindi, aziende specializzate sanificano gli ambienti. Una di queste, la Bp Sec di Magnago (Milano), ha approntato il "tampone per scrivania". "Il nostro test funziona secondo la stessa tecnica del tampone orofaringeo sulle persone - ha spiegato a Il Giorno il direttore generale Daniele Barbone. - Sfruttando, quindi, una tecnica già validata non abbiamo avuto bisogno di attendere altre autorizzazioni". La risposta arriva in 12 ore, ma resta il problema dei reagenti introvabili.
"Il nostro tampone, una sorta di cotton fioc imbevuto, sulla sommità, di un liquido capace di assorbire il materiale organico rinvenuto mentre scorre lungo le superfici,– continua Barbone a Il Giorno – può essere usato in un ampio spettro di casi: dalle officine alle palestre, dalle aziende agli uffici".
"Questo tampone, approntato in 10 giorni grazie al nostro partner tecnologico, l’azienda londinese Hyris - spiega ancora il dirigente d'azienda - nasce dall’unione di microbiologia, biologia e Information Technology. Una volta passato sui materiali va portato in laboratorio, custodito a basse temperature, per l’esattezza meno 20 gradi, e analizzato entro 12 ore".
L'unico cruccio resta la difficile reperibilità dei liquidi reagenti, conclude Barbone.